Matteo Renzi
Le nomine di Renzi dei manager delle grandi aziende pubbliche sono da considerarsi buone scelte perché innovano e nello stesso tempo tengono in considerazione l’esperienza e la cultura degli uomini e delle donne nominate.
La presenza di giovani uomini e donne non solo nei vertici ma anche negli organismi di gestione delle aziende pubbliche dimostra ancora una volta la volontà del nuovo gruppo dirigente della politica italiana di svoltare rispetto al passato spesso glorioso e positivo con proposte che hanno tutte le caratteristiche di mantenere il ben fatto e di voler puntare sempre più in alto.
Ovviamente restano vuote caselle importanti come quelle di FERROVIE DELLO STATO, che si auspica possano essere riempite con persone provenienti da R.F.I. e TRENITALIA a garanzia di un’esperienza del tutto positiva in rapporto a quanto previsto dalla normativa vigente.
Si tratta in questo caso di spingere per una riforma profonda del sistema ferroviario che superi le difficoltà che oggi incontrano i lavoratori pendolari in generale e particolarmente l’insieme del Mezzogiorno d’Italia.
La parte positiva della recente azione di governo non finisce qui ma si estende ad altri temi come il lavoro e le riforme della Costituzione e della legge elettorale giustamente concordate tra maggioranza di Renzi e opposizione di Berlusconi.
La parte negativa, ma negativa assai, è invece costituita dalla scomparsa di ogni traccia di politica diretta meridionalista del Governo e del Parlamento.
Non mi riferisco al mutismo sui piani indispensabili di completamento delle infrastrutture stradali e ferroviarie meridionali, in quanto ritengo che oggi sarebbe urgente un piano di opere pubbliche minori e diffuse nel territorio (come la manutenzione dei ponti con oltre 50 anni di vita o quella del territorio per guardarsi dalle alluvioni, dalle frane e dagli eventi sismici), ma cito un esempio che vale come linea politica immediata nei riguardi della disoccupazione giovanile.
Mi riferisco alla scelta sciagurata di tagliare circa 40 mila posti nel settore militare e simile, che come a tutti è noto per oltre il 90% trattasi di giovani meridionali, ormai senza alcuna prospettiva di lavoro ravvicinata.
Capisco che questa scelta è stata determinata dalla politica di difesa atlantica che non ha consentito di dimezzare l’acquisto dei 90 aerei F35, ma sarebbe stato meglio tagliare altre spese inutili che lo stesso Commissario Cottarelli avrebbe potuto ricercare nel pozzo senza fondo di alcuni settori ministeriali e di diverse Regioni che, stante il vigente Titolo V della Costituzione, ritengono di poter essere prodighi con spese inutili e fondi messi a disposizione dai cittadini contribuenti onesti.