Ott 06 2016
Set 06 2016
Ridurre rischio sismico edifici, appello alla ‘classe politica’
da askanews.it – 5 set 2016
Firmatari docenti, tecnici e esperti manutenzione antisismica
Roma, 5 set. (askanews) – Numerosi docenti universitari, esperti nel campo della manutenzione antisismica e rappresentanti di organismi culturali del settore, hanno sottoscritto l’appello allegato alla “Classe Politica”, affinché proceda in tempi brevi a varare un “Piano di Manutenzione e Prevenzione Antisismica” al fine di avviare concretamente una consistente riduzione del rischio sismico degli edifici in Italia.
Se un tale Piano non venisse attuato, il nostro Paese continuerà a piangere migliaia di morti e a spendere miliardi di euro per le ricostruzioni dopo gli eventi sismici, che immancabilmente si verificheranno nei prossimi anni.
Per gli eventi sismici, in Italia negli ultimi 116 anni e con cadenza inferiore al decennio, sono stati registrati complessivamente circa 150.000 morti e 300.000 feriti con una spesa di oltre 300 Miliardi di euro per le ricostruzioni.
IL TESTO DELL’APPELLO DI TECNICI E RICERCATORI SUL TERREMOTO
“Ci rivolgiamo alla “CLASSE POLITICA” affinché non si ripetano gli errori commessi, anche in buona fede, che hanno ritardato di alcuni anni la ricostruzione dell’Aquila. Solo dopo una correzione di rotta, avvenuta in Parlamento e voluta con determinazione dall’allora Ministro della coesione, si è potuta avviare la ricostruzione del Centro Storico. Nella concitazione del dopo terremoto il Governo del tempo, per dare risposte rapide, aveva chiesto al Parlamento di approvare una legge, che, tra tante cose buone, conteneva norme ritardatrici della ricostruzione. Riteniamo infatti che vanno prese decisioni che favoriscano la ricostruzione in tempi brevi senza stravolgere l’ordinamento giuridico dello Stato. Nel contempo va avviato un “Piano Nazionale di Manutenzione e Prevenzione Antisismica”, annunciato più volte dai Governi e poi messo nel dimenticatoio. In Italia si procede con l’emergenza in tanti settori spesso solo per evitare l’applicazione delle leggi, che normalmente sono le più rigorose in Europa e forse nel Mondo. In una tale situazione si danno messaggi negativi alla società civile, che spesso, nelle sue frange senza scrupoli, reagisce commettendo reati gravissimi, che spesso vengono alla luce solo dopo i disastri. Finalmente si passa dalle parole ai fatti. È stato nominato Vasco Errani, Commissario per la ricostruzione, con esperienza di governo nel territorio, attivo e rigoroso, che ha dimostrato buone capacità organizzative nella ricostruzione dopo il sisma in Emilia Romagna; dove però a quattro anni dall’evento l’opera non è ancora conclusa. Ciò significa che il Commissario non può scavalcare tutti gli organi istituzionali e le leggi generali. Il Governo, tramite i suoi organi, dovrà assistere, coordinare le Regioni e controllare l’esecuzione delle opere, a garanzia dello stesso Commissario. Il “Piano Nazionale di Manutenzione e Prevenzione Antisismica” va affidato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che collaborerà con gli Enti territoriali, con la continua assistenza e consulenza del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che dovrà essere dotato di una Sezione dedicata all’argomento. Il Piano va finanziato con un programma di investimenti a lungo termine, almeno ventennale, nella profonda convinzione che questi saranno finanziati dai risparmi sulle spese delle ricostruzioni dopo i terremoti del futuro. I sottoscritti, certi della sensibilità del Governo e di tutto il Parlamento, si dichiarano disponibili a ogni eventuale tipo di collaborazione intellettuale, pur di conservare nel migliore dei modi il nostro inimitabile Paese”.
Tra i primi firmatari: Prof. Ing. Aurelio Misiti, Presidente del Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione; già Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Dott. Ing. Marcello Mauro, già Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Prof. Ing. Franco Braga, ordinario di Tecnica delle Costruzioni “Sapienza Roma.” Prof. Ing. Lugi Materazzi, ordinario di Tecnica delle Costruzioni “Università di Perugia” Dott. Ing. Paolo Cannavò Vice Presidente FECC Federazione Europea dei Manager delle Costruzioni. Prof. Arch. Manlio Vendittelli Ordinario di Urbanistica “Sapienza Roma.”
Prof. Arch. Rosario Pavia Ordinario di Urbanistica “Università Chieti e Pescara”. Prof. Ing. Remo Calzona Ordinario di Tecnica delle Costruzioni “Sapienza Roma.” Prof. Dott. Alberto Prestininzi Ordinario di Geologia Applicata “Sapienza Roma.” Dott. Ing. Francesco Pittoni Vice Presidente del Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione. Dott. Angelo Artale Segretario Generale della Federazione Industrie per le Costruzioni. Prof. Ing. Enzo Siviero Rettore dell’Università E. Campus. Geom. Adriano Biraghi Vice Presidente del Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione. Dott. Giorgio Germani Presidente dell’Associazione Nazionale Quadri della Pubblica Amministrazione. Prof. Dott. Gianni Mattioli Fisico “Sapienza Roma.” Prof. Arch. Ottavio Amaro, Associato in Progettazione Architettonica e Urbana, Prorettore delegato alla programmazione edilizia Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. Prof. Arch. Massimo Lauria Associato di Tecnologia dell’architettura Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Prof. Dott. Romano Benini-link Campus University di Roma Pier Paolo Balbo di Vinadio Professore Ordinario di Architettura del Paesaggio e Urbanistica alla Università di Roma la Sapienza-Facoltà di Architettura Valle Giulia. Dott. Arch. Giuseppe Rizzuto Segretario Coordinatore di ITACA -Istituto dell’Associazione delle Regioni. Dott. Arch. Luca Zevi, Architetto e Urbanista.
Ago 27 2016
PASSI AVANTI SUI TERREMOTI
Leggendo e ascoltando i media,che riportano anche il pensiero dei rappresentanti delle Istituzioni,si può dedurre che in Italia vi è consapevolezza ormai diffusa di cosa fare per prevenire i disastri dovuti ai terremoti.
Certo ancora resistono credenze messe in giro da “ciarlatani”non fondate su risultati scientifici, ma il più è fatto. Occorre pero’ un altro passo avanti.
Molti media insistono a proporci esperti di sisma senza rendersi conto che il problema da risolvere non è la conoscenza del fenomeno,riportato anche nei libri per ragazzi allegati ai quotidiani, ma l’interferenza tra il fenomeno sismico e ciò che è stato costruito sulla crosta terrestre per le necessità delle persone.
Questa non è materia della scienza pura (fisica,geologia,vulcanologia ecc) ma della scienza e tecnica applicata ( Ingegneria,architettura e simili).
Quindi le TV, se vogliono presentare meglio la problematica interroghino chi lavora ogni giorno su questi temi!
Personalizzo e lo posso fare per la mia amicizia con la persona, Enzo Boschi, bravo fisico e storico presidente INVG,risponde su questioni
che non sono di sua competenza, anche se negli anni ha ascoltato o letto molte relazioni degli addetti ai lavori.
Sono portato a scrivere queste considerazioni non per gretta difesa di categorie professionali ma per amore di verità, che considero sempre “rivoluzionaria”. Il terremoto e’un fenomeno naturale, che , salvo casi rarissimi,non provocherebbe danni ad alcuno se l’uomo si fosse accontentato di vivere nelle capanne.
Preso atto della reale situazione bisogna agire senza indugio in due direzioni:la prima riguarda il “costruito” che presenta rischi sismici
Variabili , che vanno catalogati e ridotti con opportuni interventi a partire dalle cosiddette costruzioni strategiche e poi via via dagli edifici privati.
Questa è la sfida di tutti i paesi “sismici” del Pianeta, tra cui L’Europa e quindi l’Italia.
La seconda direzione e’ quella di seguire alla lettera le norme antisismiche per le nuove costruzioni,avendo a disposizione la mappatura sismica preparata dagli scienziati, che in Italia sono presenti con altissima professionalità.
Esprimendo la grande soddisfazione per il fatto che nel nostro paese la classe dirigente ha compreso il problema, avendo già varato leggi che vanno in questa direzione, va fatto uno sforzo grande e unitario da parte di tutte le forze politiche e sociali,di avviare un PIANO DI MANUTENZIONE ANTISISMICA sul “costruito”,invertendo il rapporto tra finanziamenti per le ricostruzioni e finanziamenti per la prevenzione.
Negli ultimi 116 anni infatti si sono investiti in Italia circa 300 miliardi di euro per le ricostruzioni e nemmeno 1 per la prevenzione.
E non si contano i circa 150.000 morti e 300.000 feriti.
Se Renzi e il suo Governo riuscissero a gestire bene questo “enorme problema” avviandolo a soluzione,gli italiani dovrebbero mantenerlo in carica per 3-4 legislature.
E l’Opposizione ? L’Opposizione dovrebbe collaborare col Governo acquisendo così il diritto di governare per altrettanto tempo.
Tutto ciò è utopia?
Gli Italiani intelligenti abbracciano sempre l’utopia per risorgere.
AURELIO MISITI
Già Preside della Facoltà di ingegneria , Presidente onorario del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Attualmente Presidente del CNIM- Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione
Ago 25 2016
Terremoto: solito copione?
Tutti oggi piangiamo i morti di Amatrice e dintorni; molti commentatori hanno riscritto ciò che hanno scritto nel 2009 dopo L’Aquila.
Potremmo andare al dopo ogni terremoto per leggere cose analoghe.
I tecnici (ingegneri, architetti, geometri, geologi, fisici ecc.) hanno sempre raccomandato di realizzare un piano di manutenzione del costruito per ridurre il rischio sismico in tutto il Paese.
Il piano, fondato su investimenti pubblici e su incentivi fiscali, riguardando tutto il Paese, sarebbe anche un motore della crescita economica dell’Italia.
È necessario ripetere il buon successo ottenuto sulla questione energetica.
Se tutto sarà dimenticato dopo qualche settimana senza cambiare strategia, gli italiani piangeranno presto i nuovi morti dei prossimi terremoti.
Aurelio Misiti
Lug 26 2016
Al vaglio del Ministero delle Infrastrutture il progetto di Misiti
Lug 14 2016
Messaggio al Sindaco per l’Ottantesimo anniversario dell’autonomia del Comune di Melicucco
Egregio Architetto,
Impegni presi in precedenza mi impediscono di essere presente alla sobria manifestazione del 14 luglio, ottantesimo anniversario dell’autonomia del nostro comune. La cerimonia di allora, alla presenza del Ministro dei LL.PP. COBOLLI GIGLI e del Direttore Generale DOMENICO ROMANO, nostro cittadino illustre, ha mostrato il grande
interesse che si attribuiva in quel tempo al raggiungimento dell’autonomia locale. L’evento ha dato dignità comunale a una piccola e operosa frazione di contadini e braccianti, che ben meritavano questo premio. La presenza di un membro del Governo è stata possibile grazie all’impegno del nostro illustre concittadino Domenico Romano, divenuto poi Senatore e Ministro dei LL PP.
Oggi la tendenza alla separazione non esiste più, anzi si ritiene più importante l’unificazione dei comuni per ragioni economiche e sociali.
La Calabria è stata antesignana, unificando tre grossi paesi in una città: Lamezia Terme.
L’esperimento ha avuto un grande successo, arricchendo quella Piana sia economicamente che culturalmente.
Lì è nato l’aeroporto, il nodo ferroviario e autostradale, nonché l’agricoltura fiorente con un discreto sviluppo industriale.
Noi, nella nostra Piana abbiamo un potenziale enorme di sviluppo in ogni campo, ma il più importante ha luogo nei trasporti con il grande porto nato senza città.
Noi dobbiamo impegnarci a sostenere lo sviluppo del porto creando la sua città con i 33 comuni della Piana nell’ambito della più ampia Città Metropolitana.
Ciascun comune deve salvaguardare la sua autonomia nel sociale ma sostenere l’aggregazione dei comuni per diventare in tempi brevi una delle zone più dinamiche e ricche del Mezzogiorno. In questo quadro Melicucco, come in un passato recente, puo’ essere il centro promotore dello sviluppo del territorio della Piana.
L’Ottantesimo va visto quindi come inizio di un processo ben più ampio della semplice visione comunale per contribuire alla rinascita del nostro SUD, fondata non più sull’assistenza ma sul lavoro intellettuale e manuale dei suoi operosi cittadini. Buon anniversario.
Aurelio Misiti
Nov 23 2015
Il Viceministro Nencini e il Sud
Premetto di condividere complessivamente le risposte e le indicazioni date dal viceministro durante la riunione della giunta di Finco del 19 novembre u.s., voglio solo soffermarmi sulla questione Gioia Tauro da me sollevata e trattata dal viceministro Nencini. Ho apprezzato l’esempio calzante delle vicissitudini dei prodotti dell’Ikea, che giungono come elementi da assemblare sulle grandi navi al porto di Gioia Tauro, trasferiti sul navi più piccole vanno al porto di Genova.
Vengono poi messi su tir e portati nel grande centro di Piacenza per l’assemblaggio.Da qui, facendo il percorso inverso, tornano come prodotti finiti a Gioia Tauro da dove partono per le innumerevoli destinazioni finali. Tutto questo si potrebbe evitare utilizzando il treno e risparmiando così otto giornate di viaggio. Ma come si arriva a Piacenza si può arrivare a Berlino in 24 ore, dando la possibilità a Gioia Tauro di intercettare la merce che oggi va a Rotterdam e Amburgo. Gioia Tauro potrebbe di colpo passare da 3 milioni di container a 10-12 milioni di container, con notevoli incrementi occupazionali. Perché allora non si procede? Perché bisognerebbe migliorare alcune gallerie. Facciamole nuove queste gallerie! Per questo nemmeno un euro nell’allegato infrastrutture aggiornato a ottobre 2015. Sono 10 anni che insistiamo su questa richiesta senza risposta. Evidentemente non si vuole fare. E Nencini non può far niente come non ho potuto fare niente io stesso. Qualche ostacolo insormontabile si frappone. Certo al Sud vi è disponibilità per i prossimi anni di circa 14 miliardi di euro mentre al resto d’Italia vanno 37, che è molto più di due terzi ma questo non ha grande importanza, nell’immediato basterebbe molto meno.
Il viceministro Nencini può veramente dare una mano essendo egli per cultura e scelte ideologiche molto vicino alle problematiche del Mezzogiorno di Italia.Aurelio Misitigià Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti
Set 09 2015
Comunicato stampa della Fondazione San Tommaso Moro sul Centro Espositivo Fieristico di Catanzaro
La Fondazione San Tommaso Moro esprime il suo più vivo compiacimento per la prossima realizzazione del Centro Espositivo Fieristico nella vallata del Corace, all’interno dell’Area Magna Grecia, visto che la delocalizzazione in “Parco Romani” operata dalla amministrazione a guida dell’on. Rosario OLIVO, aveva fortemente compromesso la concessione del finanziamento di 5.000.000 di euro già stanziato per l’opera;
Riteniamo, infatti, che la realizzazione di questa imponente e strategica struttura nella Città, unica di tale rilievo ed ampiezza in tutta la regione, possa essere una straordinaria occasione di sviluppo, e soprattutto sia in grado di dare importanti risposte occupazionali.
Questa Fondazione, dunque, si associa alla soddisfazione del Sindaco Sergio ABRAMO e di tutta la Città, permettendosi però di evidenziare – per amore di verità e chiarezza – il decisivo ruolo avuto nel raggiungimento di questo obiettivo dall’ex assessore Fulvio SCARPINO che , ebbe il coraggio di denunciare come la delocalizzazione dell’Ente Fiera all’interno Parco Romani, avrebbe di fatto comportato la perdita del finanziamento, il tracollo finanziario della “Catanzaro Servizi” con il rischio palese di licenziamenti di massa ed al contempo mandato in frantumi i sogni di tanti piccoli imprenditori che avevano investito i loro risparmi nel ” Parco Romani. Tutti eventi che poi si sono verificati puntualmente, generando fra l’atro una infinità di contenziosi le cui soluzioni appaiono purtroppo lontane.
Ma il merito di un tale impegno per la Città oltre all’ex assessore Scarpino va soprattutto riconosciuto all’On. Aurelio MISITI, che unico politico Calabrese (anche se non di Catanzaro) nel totale silenzio della classe politica nazionale è prontamente intervenuto e grazie alle sue competenze ed alla sua altissima professionalità ha fattivamente operato per scongiurare il rischio che Catanzaro subisse l’ennesima depauperazione, come da copione.
Purtroppo, molto spesso, noi calabresi abbiamo la memoria corta e dimentichiamo coloro i quali si sono spesi nell’interesse della collettività; ma al contempo siamo ossequiosi e riconoscenti con quei politici che nulla danno ed anzi tolgono, con chi ha sempre fatto di questa nostra meravigliosa terra il proprio “bottino di guerra”.
Fondazione San Tommaso Moro – 9/9/2015
Il Presidente
Avv. Francesco Saverio Macrina
Ago 11 2015
MINNITI PARLA IL POLITICHESE
L’intervista di oggi rilasciata ai giornalisti Pollichieni e Mollo dall’on. Marco Minniti mostra, se ancora ci fosse bisogno, che la classe politica calabrese rimane sempre allo stesso livello. I temi trattati sono stati solo “politici” e si riassumono in una sola frase: “Oliverio ha determinazione e forza, come dimostra la brillante operazione al Senato per la soluzione assistenziale degli LPU-LSU, ma da solo non ce la fa a governare la Regione e quindi va sostenuto da tutti noi”. A meno di dimenticanza dei due attenti giornalisti, nessun problema vero dei calabresi e’ stato toccato.
Mi sarei aspettato un segnale di novità da un alto esponente del partito di Renzi, come ad esempio si possa superare l’assistenzialismo e avviare un periodo di sviluppo autonomo che porti il Sud a competere con il Nord in termini di PIL oppure quale ruolo il Governo vuole esercitare per stimolare la crescita. Nulla di nulla. Del Rio ci prende in giro con la pseudo alta velocità al Sud, che consiste nel velocizzare l’attuale sgangherato sistema ferroviario e su questo niente. I fondi strutturali
saranno investiti in piccola parte, come sempre, in mille rivoli e il resto sarà utilizzato da altri. Dopo i 40 miliardi di FAS (2008-2013) spostati al Nord per la cassa integrazione ci verranno tolti anche gran parte degli strutturali. Ormai però tutti gli studiosi più attenti affermano che oggi non ci vuole più assistenza ma più stimoli e basta. Poi il Sud deve fare da solo. Restituire in dieci anni il “malloppo” e costruire il TAV da Salerno a Trapani, non lasciando metà paese in stato di perenne inferiorità come dichiara candidamente il Ministro delle infrastrutture, è imperativo categorico. La Calabria deve cogliere questa sfida: rifiutare ogni assistenza e puntare insieme a tutto il Sud a una crescita doppia del Nord, attirando investimenti anche cambiando i contratti di lavoro. Una cosa può fare Minniti: chiedere a Renzi di consentire di utilizzare fondi strutturali per triplicare almeno i mezzi e gli uomini della Magistratura e delle forze dell’ordine per “distruggere” la criminalità organizzata. Queste sono le basi della crescita del Sud, non l’assistenza solita. Se Minniti non ha avuto il tempo di completare il suo dire, si faccia intervistare ancora e si pronunci sui contenuti e non solo sulla cosidetta “politica”, senza un minimo di rapporto con i veri problemi della gente del Sud.
AURELIO MISITI