Ago 27 2014
MISITI – MIGLIORARE LA POLITICA DEL GOVERNO SULLA CRISI
“Risparmieremo su tutto” – dice il ministro Padoan al Corriere della Sera – sono parole indicative di una linea di politica economica di corto respiro, che apporterà modesti e temporanei contributi reali al superamento della crisi economica in atto.
Ovviamente il Ministro qualche ragione ce l’ha, se è vero che consistenti sprechi nella pubblica amministrazione sono sotto gli occhi di tutti.
Ma essi rappresentano una parte secondaria nel bilancio dello Stato; i rimanenti risparmi possono rivelarsi controproducenti in quanto possono deprimere le entrate dell’Erario. Il vero importante tema e’ proprio quello delle maggiori entrate dello Stato, che sono strettamente connesse alla ripresa economica. Questa si ottiene solo con l’aumento della domanda interna e di quella esterna, che per fortuna e’ cresciuta negli anni della crisi, come dimostrano i dati della nostra bilancia commerciale.
La domanda interna va stimolata in tanti modi, ma il primo e’ l’aumento delle disponibilità finanziarie delle famiglie; cosa che il governo ha capito quando ha deciso l’aumento degli 80 € per categorie svantaggiate di cittadini. Ma i dati ISTAT ci dicono che la misura non è risolutiva. Quindi il problema da risolvere è quello della creazione di posti di lavoro, recuperando in un anno quelli perduti negli ultimi cinque. Ma i posti di lavoro non si ottengono per decreto bensì con nuove imprese nell’industria, nell’agricoltura e nei servizi e in primo luogo nelle costruzioni pubbliche e private . Il Governo può fare la sua parte finanziando le opere pubbliche e incentivando le private. Con il decreto” sblocca Italia” di venerdì Renzi ritiene di aver fatto il possibile. Il testo in circolazione nelle redazioni dei giornali però non sembra essere all’altezza dell’attuale situazione di crisi. Vi sono 531 cantieri di grandi opere pubbliche da sbloccare con il decreto. Ma il blocco di un cantiere non si ha solo per carenza di fondi, ci possono essere altre cause e comunque molti di essi sono fermi per contenziosi in atto che non si superano per decreto. Quindi questa parte del decreto non consente una consistente e rapida ripresa nel settore con conseguente crescita dell’occupazione. I risultati di questo considerevole sforzo del Governo saranno parziali e di medio termine.
Occorre in aggiunta al provvedimento un piano di piccole opere manutentive su tutto il territorio nazionale, che richiedono tempi brevi per produrre occupazione e a costo di essere “ripetitivi e noiosi” indichiamo anche i settori: adeguamenti antisismici degli edifici pubblici strategici e degli edifici privati con strumenti nuovi di tipo assicurativo, difesa idrogeologica del territorio, manutenzione straordinaria delle cosidette “opere d’arte” in servizio da oltre cinquant’anni nei settori ferroviari e stradali.
E’ questo il solo modo per lo Stato di creare il milione di posti di lavoro perduto negli ultimi cinque anni e accrescere il potere d’acquisto delle famiglie, favorendo la crescita nei settori agricolo e industriale e dei servizi, i quali così assicureranno lo sviluppo economico dei prossimi decenni.
Il decreto legge di venerdì prossimo quindi va migliorato nei punti chiave dell’economia reale, equilibrando la rivisitazione della spesa pubblica con una politica fondata su un consistente aumento reale delle entrate dello Stato e allargando la platea dei contribuenti, senza alzare le tasse anzi abbassandole.
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