Lug 20 2014
MISITI, IL CONTROPIEDE DELLA CORTE DI APPELLO MILANESE
La sentenza di assoluzione per Berlusconi sta provocando reazioni, sopratutto in Italia ma anche all’estero, che definirle insensate si fa un complimento. “LA SENTENZA FORSE E’ GIUSTA MA DISONORA IL PAESE” titola il giornale di De Benedetti, che ha salvato la sua azienda grazie ai soldi dell’ex cav. assegnati con una sentenza forse ingiusta di certa magistratura che condanna su base indiziaria.
La cosa più ridicola riguarda il tentativo di presentare Berlusconi comunque colpevole anche se assolto con formula piena, pur affermando di rispettare le sentenze.
“Le sentenze si rispettano ma si possono commentare!” Nel commentarle però si dice “peste e corna” della sentenza che non piace. Di tutti i santoni dei processi a Berlusconi come Travaglio, Lerner, Annunziata, Grillo, Ingroia, Santoro e Di Pietro, solo quest’ultimo ha commentato – si fa per dire – le sentenze dei due gradi di giudizio dando torto ai due collegi giudicanti per aver condannato Berlusconi per due reati inesistenti.
Tutti però si sono affannati a dimostrare che comunque rimane un pregiudicato.
Bene ha fatto Renzi a ribadire che, condanna o non condanna, le riforme in Italia si fanno in base all’Accordo PD-FORZA ITALIA.
Sarebbe molto più giusto ritenere che le sentenze non fondate su prove certe, non solo si commentano ma vanno criticate e anche respinte ai mittenti.
Purtroppo gli errori di questi uomini e donne magistrati cambiano i destini delle persone e spesso anche quello dei Governi.
Qualcuno ancora è convinto che nel 2011 il Governo sia caduto per cause esterne al Paese e non per il caso Ruby?
Gli osservatori politici più indipendenti sostengono che i “media”, diffondendo in modo acritico le iniziative delle procure, sono stati fondamentali nell’estate 2011 per frammentare la maggioranza, allontanando dal gruppo parlamentare numerosi deputati e senatori e costringendo così il Governo a dimettersi.
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