Ott 30 2012
Intervento dell’On. Misiti in Aula durante la discussione del disegno di legge su: “ Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione
Signor Presidente, una legge sulla prevenzione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione nel nostro Paese si è resa necessaria da tempo ed è anche indispensabile visti i gravissimi episodi che sempre più spesso si verificano.
Le classifiche internazionali – le hanno citate altri interventi – ci collocano ai primi posti, nel mondo sviluppato, per reati di questa natura. Quindi le misure che sono state introdotte, soprattutto quelle volte alla prevenzione e ad una maggiore repressione, rispetto al passato, di tali reati, sono numerose. Tra queste spiccano alcune, che sono state citate dai relatori e che effettivamente, in qualche caso, sono anche nuove.
La prima, a mio avviso, importante misura è relativa alla trasparenza negli appalti pubblici. Badate che questo è un problema enorme, perché è molto diffusa la mancanza di trasparenza negli appalti pubblici, che significa una perdita enorme di credibilità internazionale e, se questa trasparenza non c’è, comporta una perdita enorme per le casse dello Stato, per l’erario, se gli appalti pubblici non vengono portati a conoscenza dell’opinione pubblica e soprattutto di coloro i quali devono partecipare alle gare.
Poi c’è – importantissima – la costituzione della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche, che sostituisce, di fatto, il Ministero della funzione pubblica come autorità anticorruzione.
Quindi, c’era e c’è bisogno di una disciplina che sia molto più stringente, più aggressiva – direi – sulle incompatibilità tra impieghi e incarichi. Certo, noi avremmo preferito che la questione dell’incandidabilità si fosse decisa subito e che fosse un’incandidabilità più restrittiva; invece, purtroppo, viene trattata in un disegno di legge delega al Governo affinché entro un anno, cioè dopo le elezioni politiche, siano emanati i provvedimenti in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive o di Governo a seguito di condanne definitive per delitti non colposi. Avremmo preferito che l’istituto entrasse in funzione prima delle elezioni, anche se evidentemente forse avrebbe presentato parecchie difficoltà.
Poi ci sono altre e numerose questioni che riguardano proprio la prima parte, cioè l’articolo 1 di questo provvedimento, che ci è stato restituito dal Senato composto di due norme. È prevista, per esempio, la tutela del pubblico dipendente che denunci un fatto, e questo è un passo avanti rispetto al passato. È incrementato anche il catalogo dei reati alla cui condanna consegue, per l’appaltatore, la risoluzione del contratto.
Sono tutte iniziative normative che vanno nella direzione di migliorare gli appalti pubblici e di renderli più trasparenti, specialmente se poi si adegueranno – speriamo in tempi brevi – anche gli enti locali e, soprattutto, le regioni e quello che resterà delle province.
La norma che riguarda il collocamento fuori ruolo dei magistrati (che, tra l’altro, è collegata all’attività dei magistrati, ma anche ad un altro aspetto molto importante relativamente sempre agli appalti pubblici) è una norma un po’ all’italiana; credo che la previsione di un periodo di dieci anni per chi sta fuori dal Consiglio di Stato, dalla Corte dei conti, dai TAR o anche da altri tipi di magistratura, sia relativa ad un tempo straordinariamente alto, quindi sarebbe stato necessario introdurre dei tempi più brevi.
Quindi – e mi avvio alla conclusione, signor Presidente -, ritengo che le modifiche apportate dal Senato al testo della Camera siano in gran parte positive, ma qualcuna è estremamente negativa e ciò è stato messo in rilievo un po’ da tutti.
In conclusione, anche se sarebbe stato auspicabile un cambiamento e un arricchimento delle norme che sono state trasmesse al Senato e di quelle che sono tornate alla Camera e che, purtroppo, non possono essere modificate, dobbiamo ritenere che la mediazione raggiunta possa essere da noi sostenuta e accolta; quindi, oltre alla fiducia che continueremo a garantire al Governo, che porrà la questione di fiducia su questo testo, voteremo a favore del provvedimento. Grande Sud, ancora una volta, voterà favorevolmente al testo e sosterrà il Governo.
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