Lug 30 2006
Indulto giusto o ingiusto?
(Il Quotidiano della Calabria)
La battaglia per un “indulto giusto” invocato, durante la visita alla Camera dei deputati, da Papa Woityla, viene condotta da Antonio Di Pietro con grande determinazione e coerenza.
Nel cosiddetto “mondo politico nazionale” invece, molti esponenti hanno storto il muso sulla forma di lotta prescelta da Italia dei Valori e dal suo leader, sottovalutando il fatto che nel Paese la nostra azione ha portato una ventata di legalità e giustizia, che ha messo in crisi il rapporto di alcuni partiti con il proprio elettorato. I due correttivi introdotti dai nostri emendamenti approvati dal Parlamento hanno evitato la scarcerazione dei condannati per mafia e usura; cosa che non può non far piacere ai cittadini onesti, vogliosi di lavorare e vivere in pace.
L’Ulivo e Rifondazione comunista hanno commesso un grave errore di metodo che ha provocato la nostra dura reazione. Infatti, prima della trattativa con l’opposizione, tesa a raggiungere l’accordo di due terzi dei parlamentari, essi avrebbero dovuto discutere con gli altri partiti della maggioranza. Non facendolo hanno legittimato qualunque illazione. I maligni sono numerosi tra i politici e i giornalisti commentatori; essi hanno financo parlato di “patto di sindacato” finalizzato alla salvaguardia da una parte di Caruso e dei suoi sostenitori, che con le loro ingenue rivoluzioni hanno sconvolto l’ordine pubblico delle nostre città e dall’altra i Tanzi, Consorte, Fiorani, Ricucci e altri, che hanno gettato sul lastrico migliaia di onesti cittadini risparmiatori.
Personalmente respingo con sdegno tali malevoli illazioni, altrimenti ci dovremmo preparare al funerale della democrazia; ma mi permetto di criticare con forza la testardaggine della improvvisata maggioranza parlamentare nel respingere i nostri due emendamenti che avrebbero lasciata intera la pena ai colpevoli di omicidio e ai condannati per voto di scambio di tipo mafioso. Coloro che hanno rigettato i nostri consigli e i nostri emendamenti come giustificheranno il loro voto, che oggettivamente favorirà la libertà di assassini e di mafiosi? Cosa diranno ai “ragazzi di Locri” e ai loro coetanei di tutta Italia?
La vecchia classe dirigente, che il cittadino giudica spesso corrotta, non ha criticato i responsabili dell’accordo sciagurato, mentre invece ha individuato il colpevole nella persona di Antonio Di Pietro, il quale si sarebbe permesso di muovere le acque chete della politica con le sue esibizioni ed esternazioni. I benpensanti non hanno digerito il fatto che un capo partito, sebbene Ministro, si sia messo alla testa di coloro che combattono una battaglia di civiltà e di legalità. Eppure tanti parlamentari hanno votato l’indulto ingiusto per mera disciplina di partito mentre avrebbero desiderato votare con noi.
Ma al di là della forma, pur sempre discutibile, l’azione politico- parlamentare di Italia dei Valori ha dato fiducia ai cittadini, alle forze dell’ordine, alla magistratura e più in generale agli amministratori pubblici onesti, che in Italia costituiscono la stragrande maggioranza. Ha evitato infine che l’indulto ingiusto diventasse legge alla chetichella, accrescendo così il distacco tra la politica e il cittadino.
di Aurelio Misiti
Deputato di IDV
www.aureliomisiti.it
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