Lug 09 2012
Intervento in Aula dell’On. Misiti sulla discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012
Signor Presidente, credo che quando c’è da discutere su un provvedimento per un evento così importante, come quello del terremoto in Emilia e nelle altre regioni limitrofe, bisognerebbe riflettere se è giusto che ogni volta si faccia un provvedimento per il singolo evento, o se non sia più giusto, invece, procedere prima dell’evento a formulare una legge che comprenda grosso modo tutti gli effetti di tali fenomeni, perché il terremoto in Italia comunque c’è stato, c’è oggi e ci sarà anche in futuro.
Abbiamo visto bene, come classe dirigente italiana, quando nel 2005 si è estesa la classificazione sismica anche a quei territori, che erano considerati immuni, perché si diceva che l’ultimo terremoto risaliva al 1570 e, prima di quel periodo, si pensava che il terremoto in Val Padana non ci sarebbe stato, o comunque non un terremoto di quel genere. Invece, è stato giusto evitare che ci si trovasse di fronte ad un disarmo completo, tanto è vero che, dopo il 2005, molti capannoni sono Pag. 88stati costruiti con le nuove regole stabilite nel codice dei lavori pubblici e soprattutto nel testo delle norme tecniche che successivamente sono state preparate e valevoli per tutto il territorio italiano.
Ci dobbiamo, però, rendere conto, quando parliamo di queste cose, che la via maestra è quella della prevenzione.
Noi non possiamo non pensare al fatto che questi danni ammontano a circa 6 miliardi (a 5 miliardi e più): ci sono morti e feriti, ci sono le conseguenze economiche per quel territorio e delle ferite che non si rimargineranno subito; quindi è necessario pensare che lo Stato non deve intervenire sempre dopo, ma può intervenire anche prima; e si può intervenire prima cominciando ad adeguare le costruzioni a criteri antisismici, occorre cioè adeguare tutto ciò che si costruisce sul territorio, in modo da ridurre al minimo gli effetti dei terremoti. Se dei cinque miliardi che dovranno essere investiti o dei 40 miliardi che sono stati investiti per l’Irpinia e per gli altri terremoti successivi, si fosse investito preventivamente il 30 o il 40 per cento, avremmo avuto in tutto il territorio nazionale l’adeguamento sismico e, qualche volta, l’isolamento sismico degli edifici strategici. Questi, certamente importantissimi, sono stati già considerati da una norma italiana, solo che il capitolo di spesa relativo all’adeguamento sismico degli edifici strategici, non si è mai riempito completamente. Noi, una volta finito l’effetto dei terremoti sui media, tendiamo a dimenticare per poi ricordarcene in occasione del terremoto successivo.
Quindi, è necessario proprio adesso, finita la parte delle lamentele e dei piagnistei, ricordare che, per evitare gli effetti di terremoti così devastanti come quelli dell’Emilia Romagna, dobbiamo provvedere a finanziare perlomeno quel capitolo di spesa. Oggi approviamo un decreto-legge che, a mio avviso, innova un provvedimento, approvato recentemente, oltre ai vecchi provvedimenti. Sono più d’accordo con questo decreto-legge che con quello che doveva essere una specie di legge quadro, cioè il decreto-legge n. 59 del 2012. Già deroghiamo a quello ed è giusto. Credo che sia più giusto investire gli organi decisionali delle regioni, ed avere fiducia nei presidenti della regioni. Quindi, il fatto che sia il presidente Errani ad emanare disposizioni e non il direttore del Dipartimento della Protezione civile, come prevedeva la legge quadro di cui parlavo prima, credo che sia più giusto, anche perché si investono così gli organismi eletti dal popolo.
La VIII Commissione (Ambiente) ha fatto un grande lavoro. Certo, c’è il rammarico di non poter approvare questo provvedimento senza ricorrere alla posizione della questione di fiducia, ma probabilmente la spiegazione della posizione della questione di fiducia risiede proprio in quel migliaio di emendamenti che sono stati presentati in Commissione: almeno 900 li abbiamo potuti mettere da parte, ma chiaramente coloro che stanno dietro a quei 900 emendamenti, probabilmente si farebbero sentire anche in Aula e quindi forse i tempi di approvazione del decreto-legge sarebbero stati molto più lunghi di quello che si potrebbe pensare. Questo è un rammarico perché vuol dire che il Parlamento e la Camera non sono in grado, anche su un argomento così importante ed unificante, come quello concernente gli effetti del terremoto, di approvare il provvedimento con una discussione la più ampia possibile.
Speriamo che domani mattina la Commissione bilancio trovi quei mezzi finanziari, quei finanziamenti che sono sfuggiti alla Commissione VIII, che non poteva decidere per la Commissione bilancio e che possa domani, anche se con la fiducia, approvarsi un decreto-legge che diventi legge che possa dare risposte a questo territorio così colpito e che a mio avviso deve essere messo in condizioni di sicurezza. In futuro non si devono ripetere episodi di questo genere. Pensate per esempio alla crisi del Parmigiano, agli effetti sull’attività di centinaia di migliaia di operatori e noi dobbiamo essere onesti fino in fondo, lì c’è il lavoro e il sudore di tante famiglie ma c’è anche il lavoro ed il sudore di tanti emigrati meridionali, lo devo dire con molta passione. A Reggio Emilia ci sono gruppi di meridionali che lavorano e che portano avanti l’attività economica in quella regione tanto da essere premiati dagli stessi emiliani «di nascita». Voglio citare per tutti la città di Reggio Emilia dove alcuni paesi calabresi hanno abitanti più numerosi in Emilia, l’esempio che cita adesso il presidente Castagnetti mi fa venire in mente proprio Cutro, i cutresi di Reggio Emilia sono più numerosi dei cutresi che stanno in Calabria. Quindi c’è lì la coesione nazionale in quella regione e nelle altre colpite.
Quindi io dico che il Parlamento si deve unire e votare al massimo unito domani questo provvedimento anche se ritengo che la posizione della questione di fiducia potrebbe portare qualche gruppo, anche se convinto sostenitore dei contenuti, a votare per fatti formali diversamente dall’approvazione del provvedimento.
Ringrazio il relatore che è stato di una pazienza incredibile, ringrazio il presidente Alessandri che ha guidato bene la regione e tutti i membri della VIII Commissione e spero di poter ringraziare domani anche i membri della V Commissione se fanno un lavoro per poterci dare respiro nell’approvazione di questa legge (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Grande Sud-PPA e Partito Democratico).
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