Mar 09 2012

RICOSTRUZIONE ABRUZZO MISITI: ANCORA NON CI SIAMO

Pubblicato da at 10:57 Categorie Editoriali

Il Ministro Barca ha riferito ieri alla Camera sullo stato della ricostruzione della città de L’Aquila e degli altri centri colpiti dal terremoto di tre anni fa, offrendo un’analisi parziale della situazione e promettendo di ritornare entro il 16 marzo per completare la sua esposizione. Egli tuttavia, nonostante la sua riconosciuta competenza e la lunga attività sul caso anche prima della formazione del Governo Monti, ha individuato, insieme al commissario delegato, cinque priorità affatto convincenti, in quanto non toccano il cuore del problema, che è quello di avviare con decisione la ricostruzione del più grande centro storico mai colpito da terremoti dopo l’episodio di Messina e Reggio Calabria. I cinque punti si basano su: migliore comunicazione affidabile, flusso di comunicazione tempestiva verso i cittadini e le istituzioni, snellimento della governance, previsione di spesa per i prossimi anni, rigore nella gestione dei fondi. Per Grande Sud le priorità individuate da sole non risolvono il problema dei cittadini abruzzesi, che è quello di vedere subito aprirsi il più grande cantiere edile italiano, interessante 170 ettari del centro storico de L’Aquila e altri cinquantasei comuni abruzzesi sconvolti dal sisma. Per questo sacrosanto obiettivo c’e’ bisogno di una nuova legge che superi le lungaggini interne alla logica di quella vigente. Vanno ricostruiti i centri storici sulla base esatta dei piani regolatori vigenti, senza “voli pindarici” dei piani di ricostruzione che richiedono ancora alcuni anni per la loro definitiva approvazione, valorizzando la struttura statuale ordinaria, che vede il ruolo esecutivo del Comune e il ruolo legislativo e programmatorio della Regione.

Non c’è più straordinarietà ed emergenza e quindi non c’e’ più bisogno di commissari, che, rimanendo le prerogative costituzionali dei Sindaci, comportano sempre dicotomie bloccanti di ogni attività relativa alla normale ricostruzione edilizia ed urbanistica. Il Parlamento deve unitariamente apportare queste correzioni alla normativa emanata in fretta subito dopo il gravissimo evento se non si vogliono ripetere esperienze passate di altre simili catastrofi, che ancora non vedono compimento.

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