Feb 21 2012

Misiti: No al pessimismo nella lotta alla ‘ndrangheta

Pubblicato da at 10:45 Categorie Editoriali

Ho grande stima del Procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone per quanto egli ha fatto  prima a Palermo come vice di Grasso e poi a Reggio Calabria come Procuratore Capo.

Numerosissimi sono stati gli arresti di ‘ndranghitisti, delinquenti e truffatori che il Procuratore ha fatto effettuare alle forze dell’ordine e spero che nella nuova prestigiosa veste di Procuratore Capo agirà allo stesso modo  nella Capitale, divenuta negli ultimi tempi una città in cui il numero di morti ammazzati raggiunge valori elevatissimi. Lo seguiremo ancora con ammirazione e rispetto per quanto riguarda la sua azione anticrimine, ma ciò non ci deve impedire di criticare quello che egli ha esternato in un recente convegno a Palermo sulla martoriata Rosarno, dove, secondo il suo parere, la ‘ndranghita governa “democraticamente” la città, in quanto ogni famiglia avrebbe stretti legami con la malavita organizzata. Non  mi meraviglierei se la pensasse allo stesso modo sull’intera Regione, anche se questo significherebbe un suo fallimento insieme a quello di tanti suoi colleghi valorosissimi che si battono nelle procure della Calabria.
Mi permetto pertanto di dissentire dal pessimismo di Pignatone anche se, qualche volta, anch’io sono stato preso dallo scoramento. Ma  la profonda conoscenza della società calabrese, dove tantissimi talenti, lavoratori e lavoratrici di ogni settore, donne e giovani del volontariato e della politica attiva, considerati come servizi verso la comunità, mi consiglia di impegnarmi sempre di più a percorrere vie possibili per realizzare strutture e infrastrutture per la mia amata Regione.

L’esperienza di amministratore regionale come assessore ai lavori pubblici mi dice che in quasi tutti i comuni della Calabria sta avanzando una giovane classe dirigente,  che aspira a un profondo cambiamento strutturale. E storicamente questo si è verificato e si verifica anche a Rosarno, città, dove certo vi è malavita organizzata, già colpita duramente dagli stessi uomini di Pignatone, ma dove esiste un impegno di uomini e soprattutto di donne, a partire dal sindaco,  dai consiglieri, che, a mio parere, amministrano Rosarno, dalla maggioranza e dalla opposizione, tenendosi fuori dalle logiche malavitose.

Se fossimo “governati” dalla ‘ndranghita sarebbe vano ogni sforzo e sacrificio della magistratura, delle forze dell’ordine e anche della buona politica, che c’è e per fortuna è di gran lunga prevalente rispetto ai piccoli nuclei delinquenziali. Gli attacchi proditori a quasi tutti gli amministratori locali sono indici dello stato di guerriglia in cui operano e si battono le persone perbene.

 La deputazione calabrese, di cui faccio parte, aldilà dell’appartenenza partitica, deve stare sempre dalla parte della magistratura, delle forze dell’ordine e dei sindaci, che possono sì sbagliare ma che rischiano ogni giorno l’incolumità personale propria e dei famigliari ad opera di una minoranza vigliacca e criminale, contro cui tutti noi, i cittadini e lo Stato, dobbiamo condurre una “guerra di civiltà” che, alla lunga, non può non essere vincente.

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