Ott 07 2011

Risposta del sottosegretario Misiti all’On. Mario Tassone sulla situazione finanziaria della società Ferrovie della Calabria

Pubblicato da at 11:23 Categorie Editoriali

AURELIO SALVATORE MISITI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, l’interpellanza urgente dell’onorevole Tassone è stata illustrata ampiamente, ma l’onorevole Tassone ha toccato numerosi argomenti (oltre a quelli più specifici dell’interpellanza) a cui si potrebbe far riferimento con eventuali altri atti ispettivi oppure con un dibattito in altra sede, quello delle infrastrutture in generale del Mezzogiorno e quello delle infrastrutture in Calabria. Sono disponibile ad approfondire e discutere anche tali argomenti.
Per quanto riguarda invece l’oggetto dell’interpellanza, non è altro che una valutazione della gestione della società Ferrovie della Calabria. Non voglio qui rifare completamente la storia di questa vicenda, anche perché il testo dell’interpellanza ne fa un accenno facendo riferimento anche ad un accordo intervenuto tra la Presidenza del Consiglio dei ministri (il Governo) e la regione nel 2001. Nessuno meglio dell’onorevole Tassone conosce l’evolversi di quell’accordo, in quanto allora il mio attuale posto era sostanzialmente tenuto proprio dall’onorevole Tassone per gli anni che vanno da quella data fino alla fine della legislatura. Quindi è chiaro che io adesso mi riferirò quasi esclusivamente alle problematiche della gestione, facendo un’osservazione di carattere generale – se volete – perché queste gestioni soffrono di un fatto (bisogna essere chiari sul fatto che sia così): spesso queste gestioni vengono affidate a dirigenze e presidenze tutte provenienti dalla politica, che spesso non svolgono una conduzione molto economica e molto avveduta (lo devo dire in senso generale).
Allora, con riferimento a queste problematiche, concernenti la situazione finanziaria di Ferrovie della Calabria, descritta bene, sia dall’illustrazione, ma anche dal testo, dell’onorevole Tassone, devo evidenziare che detta società vanta, a fronte dei servizi di trasporto pubblico ferroviario eserciti sino all’esercizio 2010, un credito non riscosso, nei confronti della regione Calabria, di circa 86 milioni di euro. È vero che l’azionista è lo Stato, ma questa società fa servizio per la regione Calabria la quale deve, alla società medesima, 86 milioni di euro. Il credito in parola deriva, in particolare, per circa 26,2 milioni di euro, per i servizi automobilistici eserciti dalla gestione commissariale governativa Ferrovie della Calabria dal 1o gennaio 2001 a tutto il 31 dicembre 2010. Tale somma, già oggetto di trasferimento dello Stato alla regione Calabria, non è mai stata erogata all’azienda ferroviaria. In pratica, 26,2 milioni di euro sono stati dati dallo Stato alla regione Calabria e la regione Calabria stessa non li ha mai trasferiti all’azienda ferroviaria. In particolare, per i crediti imputabili alle annualità precedenti, 1987-1992, è in corso un’azione civile presso la corte d’appello di Catanzaro, prima sezione. Il credito, inoltre, deriva: per circa 11,5 milioni di euro, tra l’altro, per interessi sull’integrazione dei corrispettivi relativi agli anni 2002-2009 e per gli oneri derivanti dal rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro; per circa 48,3 milioni di euro per i servizi erogati dalla società a tutto il 31 dicembre 2010. La criticità è soprattutto dovuta al fatto che, dal 2002 al 2010, e non dopo, il corrispettivo del contratto di servizio richiesto dall’azienda alla regione è maggiore di quello erogato dallo stesso ente regionale fino ad arrivare ad uno scostamento, solo per il 2010, di circa 8 milioni di euro.
La mancata riscossione dei crediti in parola ha prodotto una situazione di grave criticità finanziaria dovuta, tra l’altro: alla determinazione, da parte di Ferrovie della Calabria, del proprio fabbisogno aziendale e, quindi, del corrispettivo del contratto di servizio da stipulare con la regione Calabria sulla base, sino al 2007, dell’adeguamento automatico dello stesso all’inflazione, che era citata dall’interrogante, e, dal 2008, dei criteri fissati dalla normativa comunitaria con il conseguente inevitabile incremento annuale del medesimo fabbisogno; al riconoscimento, da parte del Comitato di verifica e monitoraggio istituito dalla regione in applicazione dell’Accordo di programma stipulato dallo stesso ente territoriale e lo Stato, di un maggior fabbisogno, dal 2003 a tutto il 31 dicembre 2007, di circa 22 milioni di euro; all’erroneo assunto che il maggior fabbisogno aziendale, rispetto a quello definito dal DPCM del 16 dicembre 2000, con cui sono state trasferite alla regione le risorse finanziarie per l’esercizio delle funzioni e dei compiti di amministrazione e programmazione in materia di servizi ferroviari regionali, fosse, secondo la normativa vigente, da porre a carico dello Stato che avrebbe dovuto, in tal senso, adeguare i trasferimenti finanziari alla regione. Si parla di erroneo assunto, non che questo fosse vero.
In tale quadro si può evidenziare che secondo la normativa vigente: ai sensi dell’articolo 1, comma 295, della legge finanziaria 2008, i trasferimenti finanziari dallo Stato alla regione relativi ai servizi in argomento si sono ormai trasformati in compartecipazione fiscale al gettito dell’accisa sul gasolio per autotrazione; ai sensi dell’articolo 1, comma 297, ad eccezione dell’ulteriore compartecipazione sull’accisa, non sono previsti ulteriori stanziamenti e trasferimenti alla regione per i servizi di cui trattasi; ai sensi dell’articolo 1, comma 298, sono state adeguate le risorse destinate ai servizi del trasporto pubblico locale, compresi quelli di cui all’articolo 8 del decreto legislativo n. 422 del 1997, attribuendo alle regioni a statuto ordinario una quota dell’accisa sul gasolio impiegato come carburante per autotrazione, ulteriore rispetto a quella prevista ai sensi del comma 296, determinata nella misura di 0,00860 euro per l’anno 2008, di 0,00893 euro per l’anno 2009 e di 0,00920 euro a partire dall’anno 2010 per ogni litro di gasolio erogato nei rispettivi territori regionali.
Inoltre, preciso che i rapporti tra regione e società, essendo rapporti tra il committente di un servizio – la regione – ed una società di capitali che eroga il servizio stesso, prescindono tecnicamente, nonostante la società sia di proprietà statale, dai rapporti istituzionali intercorrenti tra Stato e regione. Questo è un concetto importante.
Pertanto, al fine di far fronte alla grave crisi di liquidità finanziaria in cui incorre la società Ferrovie della Calabria ed al fine, quindi, di evitare eventuali procedure concorsuali – temute dall’interpellante – che potrebbero essere intraprese nei confronti dell’azienda ferroviaria con effetti negativi sulla regolarità e sulla continuità del servizio pubblico, il Ministero, in qualità di socio unico, ha più volte invitato la società in parola a riscuotere i crediti pregressi e, nel contempo, ad adottare un piano di impresa che adegui il fabbisogno aziendale e l’attività aziendale alle risorse effettivamente erogate dalla regione.
Ferrovie della Calabria ha proposto un piano di impresa diretto ad una progressiva riduzione del fabbisogno di esercizio, pari a 5 milioni di euro per l’anno 2011 ed a 8 milioni di euro per l’anno 2012, che dovrebbe consentire alla società di garantire una regolare gestione ordinaria a decorrere dallo stesso anno 2012, qualora fossero invariate le erogazioni regionali sino ad oggi garantite.
Affinché il piano d’impresa di cui trattasi produca gli effetti auspicati è tuttavia necessario che almeno una quota dei cospicui crediti vantati nei confronti della regione Calabria sia riscossa e che lo stesso ente regionale provveda ad una riprogrammazione dei servizi in linea con quanto disposto dal decreto legislativo n. 422 del 1997, ossia eliminando o riducendo i servizi ferroviari il cui rapporto tra ricavi e costi d’esercizio sia inferiore al 35 per cento.
Inoltre, tale rimodulazione dovrebbe riguardare i servizi con frequentazione debole o nulla e con costi d’esercizio elevati.
Infine, per quanto riguarda il piano degli investimenti, in data 19 dicembre 2002 è stato sottoscritto tra questo Ministero e la regione Calabria l’accordo di programma ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo n. 281 del 1997, ai fini dell’attuazione dell’articolo 15 del citato decreto legislativo n. 422 del 1997, in materia di investimenti per il potenziamento e l’ammodernamento della rete ferroviaria. Tale accordo prevede trasferimenti per interventi per un importo pari ad euro 29.480.550. Ad oggi l’80 per cento di tale somma, cioè euro 23.584.440, è già stato svincolato a favore dell’ente regionale, mentre è prevista a breve la stipula di un accordo integrativo, a valere sulle economie prodotte dall’utilizzo diretto dei contributi pluriennali e dal rinvio delle procedure di attivazione dei mutui, per un importo pari ad altri 10 milioni di euro circa.
Quindi, come si può notare e come l’interpellante comprende fino in fondo, la gestione delle Ferrovie della Calabria ha una storia che evidentemente non è la storia di una gestione molto efficiente. Dunque, è chiaro che, non attenendosi ai compiti di una società che deve avere un bilancio annuale e deve avere sempre le entrate che devono essere paragonate con le uscite, evidentemente questa società non può essere soltanto assistita, viste le condizioni dell’erario italiano e visto anche il fatto che è giusto, in generale, che venga utilizzata una società che gestisce dei servizi essenziali e si debba andare nella direzione di far sì che questa società possa avere sempre dei bilanci che non presentino queste criticità.
Pertanto, io credo che non ci sia alcun pericolo attuale di liquidazione, tuttavia la società dovrà portare avanti le indicazioni che io ho cercato qui di riassumere.
Credo che con l’apporto di tutte le forze che lavorano in Calabria, ma anche a livello ministeriale, e con il consenso di tutti si possa andare a sostenere la società Ferrovie della Calabria, evitare che i mille dipendenti possano essere licenziati o messi in cassa integrazione e cercare di riattivare un servizio essenziale – il Ministero concorda esattamente con l’interpellante – che è essenziale per la Calabria non solo dal punto di vista occupazionale, ma anche dal punto di vista del servizio che riguarda i cittadini meno abbienti, soprattutto i giovani, gli alunni ed evidentemente tutte quelle categorie di persone che hanno bisogno di muoversi per ragioni di lavoro o di studio.

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