Lug 21 2008
La Calabria e i dati impietosi del rapporto SVIMEZ
Gazzetta del Sud 21 luglio 2008
di Aurelio Misiti
La Calabria nel 2007 è stata la regione che meno è cresciuta in Italia e in Europa. Il rapporto Svimez sull’economia meridionale presentato venerdì dice che nel 2007 il PIL della nostra regione è stato addirittura negativo, pari a meno uno per cento: siamo cresciuti, o forse sarebbe meglio dire che non siamo cresciuti, dell’1,7% in meno del resto del Mezzogiorno, del 2,7% in meno rispetto al centro-nord e del 2,5% in meno rispetto alla media nazionale.
Il tutto all’interno di un sud che negli ultimi sette anni, dal 2000 al 2007, ha avuto un tasso di crescita di oltre tre volte inferiore a quello della Grecia, territorio di Europa paragonabile all’Italia meridionale. Nell’ultimo anno infatti, in quanto a investimenti provenienti dall’estero, su 151 euro solo un euro è andato al Mezzogiorno, i restanti 150 sono stati investiti nelle regioni del centro-nord.
La Calabria registra inoltre nel 2007 un saldo migratorio interno negativo di 7.900 unità. Vuol dire che sono state più numerose le persone che hanno lasciato la regione rispetto a quelle che sono venute o tornate.
A tre giorni dalla pubblicazione di questi dati ci saremmo aspettati che si aprisse un dibattito e magari anche qualche meritorio gesto di autocritica all’interno della stessa classe dirigente, un’autocritica che il partito Italia dei Valori è pronto a fare e non certo in modo strumentale o formale.
La carenza di dibattito, di confronto e di autocritica indica scarsa consapevolezza da parte delle classi dirigenti, non soltanto di quella politica ma anche di quelle dell’imprenditoria, del sindacato e della cultura.
Le pagine regionali e provinciali dei nostri giornali ci sembrano lo specchio di quanto stiamo affermando. Si scrive di omicidi e attentati, di litigi interni ai partiti o alle associazioni di categoria o peggio ancora alle nostre assemblee elettive, a partire dal Consiglio Regionale, che da più di due mesi è alla ricerca di un accordo per eleggere un vicepresidente, immemore del vergognoso tentennamento che vi fu per eleggere il sostituto di Francesco Fortugno, ucciso a Locri mentre si svolgevano le primarie del Partito democratico.
Italia dei Valori non si sottrae alle proprie responsabilità e vuole contribuire a quel processo di dibattito e di autocritica che viene ritenuto un passaggio fondamentale per consentire alla Calabria di iniziare una fase di crescita e sviluppo senza le antiche e pesanti zavorre che le hanno impedito di utilizzare al meglio le enormi ricchezze e potenzialità di cui è dotata. Va seguita però la linea della critica costruttiva, della denuncia e della proposta, che la nostra delegazione sta adottando con fermezza in Parlamento. Dal pacchetto sicurezza al federalismo, alla manovra economica, svolgiamo e continueremo a svolgere quotidianamente un lavoro di approfondimento sui testi proposti dal governo e dalla maggioranza, senza far mai mancare il nostro parere – positivo o negativo – e soprattutto le nostre proposte – ascoltate o inascoltate – al fine di migliorare, per il bene dei cittadini italiani, le leggi che il Parlamento è chiamato ad approvare.
Questo è il nostro atteggiamento, a tutti i livelli, che potrà consentire al partito di superare le divisioni o gli individualismi che sino ad oggi, così come avviene purtroppo nella società calabrese, hanno impedito di occuparsi esclusivamente degli interessi dei cittadini, distratto da beghe interne che devono lasciare il campo a una positiva dialettica e a un giusto confronto.
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