Mag 28 2008
Intervento su Calabria Ora del dirigente regionale IDV Calabria Cappadona sul problema energetico
Egr. direttore,
ho letto con apprensione la possibile apertura del Presidente della Giunta Regionale, On. Agazio Loiero, al nucleare e la eventuale possibilità di candidare la Calabria tra le regioni che potrebbero ospitare in futuro centrali atomiche.
Al riguardo le esprimo alcune considerazioni:
Nel 1987 feci parte della maggioranza degli italiani che andò alle urne votò per il «Sì», abrogando una serie di norme e orientando le successive scelte dell’ Italia in ambito energetico verso una direzione di sfavore nei confronti del nucleare.
Fu un errore, oggi lo si può riconoscere, dettato dallo slancio emotivo causato dal disastro di Chernobyl e dalla fiducia eccessiva nella tecnologia e nel progresso che, ci raccontavano, avrebbero in pochi anni sviluppato tecniche e procedimenti in grado di garantirci un approvvigionamento di energia pulita praticamente illimitata utilizzando fonti rinnovabili.
Fu un errore anche e soprattutto per i seguenti ordini di motivi:
1) La moratoria unilaterale del nucleare non ci affrancava dai rischi relativi considerato che in tutta Europa, ed in particolare in alcuni Paesi confinanti, si è continuato ad utilizzare ed a potenziare l’approvvigionamento energetico mediante l’esercizio di centrali nucleari;
2) La mancanza di una seria strategia energetica basata sulla diversificazione delle fonti e l’esiguità dei finanziamenti alla ricerca nel settore energetico hanno progressivamente accresciuto la nostra dipendenza dall’uso degli idrocarburi con gli effetti catastrofici, in termini economici e non solo ambientali, che quotidianamente verifichiamo;
3) La netta pregiudiziale verso il nucleare ha di fatto azzerato l’esperienza e la ricerca scientifica nel settore (che per altro ci vedeva all’epoca all’avanguardia), determinando di fatto un ritardo di conoscenza non facilmente colmabile nel breve periodo.
Personalmente quindi accolgo con favore il ripensamento complessivo delle politiche energetiche nazionali che in questi giorni sembra prendere corpo e la possibile apertura all’uso del nucleare, ovviamente adottando la sicurezza dei cittadini quale priorità imprescindibile.
Se così sarà, tra i tanti problemi che si dovranno affrontare nei prossimi mesi, ci sarà quello di individuare siti sicuri su cui far sorgere le future centrali, ed in questa prospettiva si inquadra la candidatura della regione Calabria avanzata dal Presidente Loiero sulle pagine di CalabriaOra.
Su tale eventualità tuttavia non posso non esprimere forti riserve, non dettate dalle solite rivendicazioni ed egoismi campanilistici, ma determinate dalle seguenti considerazioni:
La Calabria è una regione geologicamente giovane e da ciò dipendono le complessità orografiche, morfologiche e strutturali che la caratterizzano e che, al tempo stesso ne determinano la bellezza paesaggistica e la varietà di ambienti naturali, ma anche la particolare esposizione ai rischi naturali che, in passato, ne hanno tristemente segnato le possibilità di sviluppo.
In particolare la storia sismica della Calabria ci racconta di tragici e luttuosi eventi che non hanno uguali nell’intera regione del mediterraneo.
Il 1638 (golfo di Nicastro), il 1783 (Piana di Gioia Tauro), il 1905 (Sant’Eufemia) ed il 1908 (Reggio Calabria) di cui quest’anno ricorre il centenario, sono solo alcuni dei terremoti distruttivi che hanno colpito la nostra regione provocando migliaia di vittime e contribuendo a determinare quella condizione di sottosviluppo da cui stentiamo ancora oggi a venir fuori.
E la ricerca scientifica più avanzata nel settore ci dice che, anche considerando l’intervallo temporale abbastanza lungo in termini relativi che ci separa dall’ultimo terremoto catastrofico, la Calabria complessivamente rimane la regione d’Italia a più alto rischio sismico.
Non esiste praticamente area della Calabria che non abbia subito in passato gli effetti di terremoti distruttivi, ed anche in quelle zone della Calabria settentrionale per le quali le testimonianze storiche non riportano cronache di eventi sismici di entità elevata, recenti studi paleosismologici confermano che in epoca preistorica le stesse siano state coinvolte da questi fenomeni naturali.
Ricercatori ed esperti della materia non sono in grado di dirci oggi, allo stato delle conoscenze, quando, dove e con che intensità si verificherà il prossimo sisma ad elevata energia, ma tutti concordano sul fatto che questo colpirà la nostra regione e che l’unico sistema di difesa è l’attivazione di una seria politica di prevenzione.
Per tutto ciò, in relazione alla possibile apertura all’approvvigionamento energetico mediante fissione atomica, non appare neppure ipotizzabile a mio avviso la scelta dei siti di localizzazione delle future centrali nella nostra regione.
Il Presidente Ordine Geologi della Calabria
Paolo Cappadona
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