Dic 09 2007
La sicurezza dei cittadini non ha colori o bandiere
Gazzetta del Sud
In tempi di Finanziaria quasi tutto si ferma a Montecitorio. Nella noiosa vigilia dell’Immacolata, nel transatlantico, il grandioso salone lungo e imponente, progettato dal Basile nel palazzo berniniano, “centro informale della vita politica italiana”, deputati, senatori e grandi firme del giornalismo discutono animatamente le ultime novità politiche. Dicono di non poterne più delle trovate pubblicitarie dei leaders, dei cambi di nome, delle divisioni e dei ricatti, che oggi non pagano più.
A sinistra gli estremisti alzano la posta. Puntano allo sfascio? Sembra di si, altrimenti perché quattro Ministri (Bianchi, Ferrero, Pecoraro e Mussi) mandano l’ennesima lettera a Prodi contro la NATO a Vicenza? Quale senso della Nazione e dello Stato hanno costoro se pretendono da Prodi di rinnegare l’appartenenza all’Occidente e agli USA, che hanno salvato (non dimentichiamolo mai) il vecchio Continente dalla barbarie nazista e da quella altrettanto pesante sovietica?
Si parla poi del più e del meno e in particolare dei ricattucci messi in atto in Senato. Spettacolo deludente e rivoltante – essi dicono – quando il capo dell’Opposizione annuncia la fine del Governo, avendo egli comperato un numero di senatori necessario alla cosiddetta “spallata”.
Ci si mettono poi Mastella e Dini a voler imporre la loro pur legittima visione del nostro Stato. Alcuni di essi dicono che Dini sostenga posizioni condivisibili, tuttavia sembra che egli non si renda conto che la stabilità del Governo rappresenta essa stessa uno strumento per raggiungere tale obiettivo. A tutto questo – rilevano i nostri interlocutori – si contrappone una seria lucidità di pensiero e di azione del Ministro Antonio Di Pietro e dello stesso Partito di Italia dei Valori.
Da una parte l’ex magistrato di mani pulite ripudia gli ideologismi e dall’altra agisce nel territorio per risolvere i problemi. Noi stessi concordiamo sul fatto che il Partito di Di Pietro non punti alla crisi di Governo, ma a realizzare le opere programmate. Di Pietro lo fa e lo fa bene e non disdegna neanche di trattare con Formigoni, la Moratti e Scapagnini di Catania. Insomma, sussurrano i bene informati del transatlantico, per il bene comune egli non rifiuta l’appoggio degli esponenti maggiori della Casa delle Libertà.
Ciò che ha detto a Catania venerdì rappresenta un test importante per la sua politica del fare, che vede interlocutori di centrodestra e di centrosinistra. Questa linea di condotta viene premiata e indirizza all’incontro con l’area moderata della politica che annovera tra i suoi esponenti di spicco uomini validi come Pezzotta, Tabacci, Montezemolo e Baccini. Molti degli osservatori di Montecitorio, per quest’area politica, prevedono un futuro comune in un unico partito, che governerà il nostro Paese insieme al partito Democratico.
Italia dei Valori avrà il grande compito di cerniera e di proponente del nuovo e unitario soggetto politico, perché vuole trasferire – secondo quanto emerso negli incontri di Monte Citorio – in un “partito dei valori” tutto il proprio patrimonio genetico di alta moralità della politica e di lotta alla criminalità. Proprio così!
La sicurezza, infatti, dei cittadini semplici oppure impegnati a vari livelli nella società, è nostro imperativo categorico. Rappresenteremo di sicuro l’altra gamba del nuovo centrosinistra, a cui va dato il compito di arginare l’ideologismo estremista, inconcludente, che non “porta bene” agli italiani, ma sopratutto l’onda populista e conservatrice del nuovo “berlusconismo”.
Di questo si parla nel palazzo del Bernini, rivisitato dal Fontana, non solo tra i moderati tradizionali, ma molto spesso, sottovoce, anche tra gli amici di Berlusconi.
In ciò è riposta la speranza per il futuro del Governo e del Paese.
on. Aurelio Misiti
Segretario Regionale di Italia dei Valori
www.aureliomisiti.it
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