Nov 03 2007
Il piccolo Flavio vittima della Sanità disastrata
Gazzetta del Sud
Tanti “coccodrilli” piangono il piccolo innocente Flavio Scutellà, morto il 25 ottobre in Calabria in un episodio di gravissima malasanità. Si tratta di coloro che non hanno mai voluto migliorare la “politica della salute” nella Piana di Gioia Tauro e nella regione Calabria. Per interessi? Si! Proprio per interessi venali. Ma la sanità così a chi giova? Un tempo l’opposizione comunista del Pci avrebbe detto senza pensarci due volte: ai monopolisti della sanità privata. Forse una parte di questa verità sussiste ancora, ma vi è dell’altro di molto più grande. E’ noto che la sanità assorbe oltre il 60% del bilancio regionale, divenendo così oggetto del desiderio di molti gruppi di potere organizzati. Uno di questi gruppi è certamente formato dal ceto politico ad ogni livello; ci sono politici infatti che, difendendo striminziti ospedali di paese, hanno avuto in cambio posti prestigiosi di parlamentare, consigliere regionale e via scendendo. Un secondo gruppo viene individuato nel mondo sindacale, dove alcuni sindacalisti si sono guadagnati le promozioni, combattendo battaglie sbagliate contro una moderna ed efficiente sanità. Ci sono poi i veri uomini di “affari”: quelli buoni e quelli cattivi. In campo sanitario prevalgono sempre i secondi. Nella Piana di Gioia Tauro ci sono voluti trent’anni prima di giungere alla decisione di realizzare un vero ospedale attrezzato al sevizio di una città di quasi duecentomila abitanti. Molti di coloro che oggi dichiarano solidarietà alla famiglia, quella sì veramente distrutta, e piangono (si fa per dire) Flavio, sono stati i più coriacei oppositori del rinnovamento sanitario.
E’ vero che l’annuncio di Loiero che l’ospedale della Piana si farà, riguarda il futuro, mentre servirebbe subito un presente migliore; ma sappiamo pure che senza programmi non si va da nessuna parte. Oggi noi, colpiti veramente da questo ulteriore gravissimo episodio, dobbiamo ammettere che la vera sfortuna di Flavio è stata quella di essersi imbattuto in un palo dell’oratorio di Tresilico, frazione di Oppido Mamertina. Infatti, siamo certi che se l’incidente fosse avvenuto in qualunque paesino del Centro-Nord egli da grande l’avrebbe potuto raccontare; a Tresilico no.
L’incidente si verifica alle ore 15, mentre il piccolo paziente giunge in un “vero” ospedale soltanto alle ore 21.
Ma ci rendiamo conto di ciò che significa questo? La causa della morte quindi non è da ricercarsi nella trascuratezza o nella incapacità di quei “poveri” medici di provincia, spesso bravissimi più di altri, ma essa va individuata nel contesto ambientale. Sarà compito delle inchieste amministrativa e penale chiarire la dinamica degli avvenimenti; chi sono i responsabili dei ritardi; se le ambulanze erano veramente impegnate o no; se i tempi di percorrenza in queste nostre strade dissestate o chiuse sono incompatibili con il trasporto di ammalati gravi.
Oggi qui in Calabria i “coccodrilli” lacrimano, mentre i falchi della comunicazione si mettono in mostra con tante parole di circostanza e non pensano proprio di pentirsi, essendo loro stessi soprattutto la causa della mancata modernizzazione della sanità. Qualcuno addirittura ha proposto la costituzione (di chi?) di parte civile contro la Regione; forse per nascondere le proprie colpe.
Invece, di fronte a questo ulteriore tragico episodio, occorre finirla con le polemiche e stringerci tutti intorno all’Istituto regionale per dare il nostro contributo al miglioramento complessivo della politica della salute calabrese, in modo da evitare in futuro il ripetersi di simili barbarie.
on. Aurelio Misiti
deputato di Italia dei Valori
www.aureliomisiti.it
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