Mag 04 2010
Osservatorio del 4 maggio 2010
SCAJOLA SI È DIMESSO, BERLUSCONI FORTUNATO
Nel momento più grave della crisi economica mondiale, l’Italia si trova con un Governo ed una maggioranza politica allo sbando. Il ministro Scajola si è dimesso mentre la Camera dei deputati si appresta a discutere un decreto del suo ministero recante: “Disposizioni urgenti tributarie e finanziarie in materia di contrasto alle frodi fiscali internazionali e nazionali”.
Il partito di Berlusconi subisce un attacco senza precedenti dal suo interno tanto da indurre a pensare che le fratture siano definitive. Il destino della legislatura è appeso a un filo, i più ottimisti parlano di elezioni nella primavera 2011 se non prima.
L‘implosione del PdL e lo scandalo degli appalti del G8 sono strettamente legati. La maggioranza deve ringraziare la lentezza della nostra giustizia se lo scandalo degli appalti non ha influito più di tanto sulle elezioni regionali.
Ora il timore del capo del Governo è di una crisi a catena che può rafforzare il suo competitore interno, cioè Fini. È forse per questo che ha imposto le dimissioni a Scajola (ancora non indagato) mentre ha respinto le dimissioni di Bertolaso (indagato). Anzi ha usato quest’ultimo come eroe perseguitato dalla cattiva giustizia al fine di ottenere buoni risultati elettorali. Oggi non se lo potrebbe più permettere. Con il passare del tempo le indagini si fanno più stringenti e potrebbero puntare al cuore del potere governativo: Palazzo Chigi.
Il timore che gli arrestati parlino è molto diffuso tra i banchi della maggioranza: proprio per questo forse l’intero Governo, in un primo tempo, ha giustificato Scajola. La difesa di Bertolaso e Scajola costituiva l’unica via per dare assicurazioni a coloro che avevano subito la restrizione della libertà. Dopo le dimissioni di Scajola le cose non sono più come prima.
Molti sono convinti che se le elezioni regionali si fossero svolte a maggio 2010 ci sarebbero stati risultati ben diversi. Siamo stati sfortunati e questo turno l’ha vinto ancora Berlusconi. Speriamo nel futuro.
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