Dicembre, 2014

Dic 07 2014

“RENZO PIANO BENEFATTORE? NON CI POSSO CREDERE!”

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DI AURELIO MISITI GIÀ PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DEI LAVORI PUBBLICI

Auditorium Parco della Musica di Roma

Auditorium Parco della Musica di Roma

Lo storico dell’architettura BRUNO ZEVI nella sua rubrica sull’ESPRESSO, non senza una punta di ironia, definiva negli anni novanta Renzo Piano “il più grande commerciante dell’Architettura” e aggiungo che tale definizione l’ha riferita personalmente a me nella sua casa di via Nomentana a Roma, con dati e argomenti inconfutabili, ovviamente con rispetto della professione dei commercianti.
Proprio per questo e anche per la conoscenza diretta dell’”archi star”, come viene oggi chiamato, non posso credere che in vecchiaia ,da buon genovese, si sia potuto convertire al mecenatismo.
Mi ha meravigliato infatti la notizia che il nostro architetto avesse devoluto la sua indennità di Senatore a vita a favore di un gruppo di sei giovani architetti per progetti di risanamento delle periferie di grandi città italiane. Ho capito il perché solo oggi leggendo il sole24ore.it in cui si riferivano due questioni: la prima riguarda le spese dei sei giovani architetti e degli 11 consulenti che hanno si progettato i risanamenti di quartieri periferici di Roma, di Torino o di Catania molto significativi, ma la spesa risulta maggiore della indennità del Senatore e quindi occorrono altri soldi. La seconda riguarda un incontro tra Piano e Renzi in cui il Capo del Governo promette a Piano che farà inserire nella legge di stabilità la somma di 200 milioni di € per far proseguire il lavoro degli architetti sul risanamento delle periferie ,dove sarebbe allocato secondo l’“archistar” il futuro dell’Italia.
Adesso ho compreso il senso della rinuncia all’indennità del Senatore. Si tratta ora di capire se i giovani architetti e i suoi 11 consulenti sono stati scelti con pubblica selezione o sono semplicemente suoi collaboratori collaudati. Propendo decisamente per questi ultimi, che saranno certo ottimi professionisti.
Leggendo queste notizie mi sono venute in mente alcune vicende passate che mi stimolano ad avvisare il Premier di non cadere negli errori dei sindaci di Roma, che lo hanno pagato a caro prezzo ,per giunta in Lussemburgo, e per ogni suo errore lo hanno premiato aumentando la parcella relativa alla costruzione dell’”auditorium” di Roma.
Mi sono venuti in mente le diatribe dello studio Piano con le autorità di Berlino, quelle di Osaka per la pista dell’aeroporto che sprofondava in mare oppure la chiesa di San Pio che non si sarebbe retta in piedi senza il contributo degli esperti del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e tutti gli errori commessi sull’Auditorium, che senza l’apporto decisivo del Consiglio non si sarebbe trovata la villa romana o non si sarebbe mai conclusa la copertura della sala grande dell’Auditorium. “Errare humanum est” ma perseverare non è mai consigliabile.
Insomma caro Premier va bene investire per le periferie ma non rinunci ai concorsi pubblici per i progetti e soprattutto vigili che nessun italiano venga pagato in Lussemburgo a beneficio del successore di Juncker al Governo del Ducato!

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Dic 07 2014

MISITI- OLIVERIO VINCITORE AGGREGHI LE FORZE DEMOCRATICHE

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mario oliverio

Mario Oliverio

Congratulazioni a Mario Oliverio e a tutti gli eletti nel Consiglio regionale della Calabria!
La sua esperienza politica può essere una garanzia per aggregare tutte le forze sane della Regione e invertire la tendenza del non fare in quella del fare. Vanda Ferro e Nico Dascola sono due personalità positive che vanno coinvolte direttamente nella gestione della cosa pubblica. Proprio la scarsa affluenza alle urne degli elettori deve aiutare i tre esponenti politici a comporre una Giunta di larghe intese, rappresentativa della maggioranza della popolazione calabrese, per ricuperare il tempo perduto. Se ciò avvenisse finalmente la Calabria potrebbe iniziare un periodo di sviluppo per avvicinarsi alla media delle altre Regioni sia in termini economici che sociali.
Questa proposta potrebbe scandalizzare le forze conservatrici annidate in tutti i partiti, perciò facciamo appello a quelle progressiste, che pure ci sono in Calabria, affinché lavorino per una simile soluzione.
Non andare in questa direzione significa correre il rischio di fallire come hanno fallito tutte le Giunte degli ultimi 15 anni, i cui colori sono stati capovolti in ogni elezione regionale.

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