Ottobre, 2014

Ott 31 2014

LO SCONTRO TRA POLIZIA E OPERAI TISSEN E’ GRAVE “NEO” DEL GOVERNO RENZI

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scontriNon avremmo mai voluto assistere a scontri di piazza tra onesti lavoratori e altrettanto onesti operatori della polizia di Stato.
È un brutto segnale per tutta la società e non solo per la classe politica.
Non c’è nemmeno da rallegrarsi per lo scontro in atto tra il PD o il Governo e la CGIL, perché esso riflette una crisi profonda della società italiana figlia della crisi economica che in Europa ancora morde e che non sembra rallentare.
I giovani, come certificano oggi ISTAT e SVIMEZ, sono ormai senza speranza di poter lavorare onestamente e possono essere influenzati da gruppi estremisti che pullulano nel nostro Continente e in Italia anche dalla criminalità organizzata.
Tutto questo può portare a sommovimenti di portata imprevedibile anche nel nostro paese.
Il Governo deve passare dalle parole ai fatti in breve tempo. Ma i fatti si devono misurare in termini di crescita di posti di lavoro e non soltanto di provvedimenti che erogano finanziamenti a pioggia basati su aumento reale delle tasse.

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Ott 12 2014

AURELIO MISITI – GIÀ PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DEI LAVORI PUBBLICI “LA PROTEZIONE DEI CITTADINI E DELLE COSE SI REALIZZA PRIMA DELL’ALLUVIONE”

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alluvione 1“LA PROTEZIONE DEI CITTADINI E DELLE COSE SI REALIZZA PRIMA DELL’ALLUVIONE”

Come previsto la stampa, la politica, le istituzioni, la chiesa sono a caccia dei responsabili del disastro ligure e non si avvedono o non comprendono che responsabili sono anche loro stessi.alluvione
Manca la cultura della modernità in tutti noi. Altrimenti capiremmo che la Natura non va violentata, come si fa ogni giorno senza reazione di alcuno. Quando la Natura si riprende il “suo” imprechiamo e andiamo alla ricerca del fantomatico colpevole.
Ribadiamo ancora una volta che le cause vanno ricercate nella scarsa cultura delle classi dirigenti del passato, che hanno consentito l’occupazione dei letti dei torrenti, impedendo il deflusso delle acque quando superano le portate medie storiche. Gli ostacoli vanno rimossi anche se non del tutto, in quanto occorrerebbe una demolizione di edifici generalizzata. Essi possono essere in parte risparmiati intervenendo a monte della città, dove si possono realizzare casse di espansione artificiali per ridurre le portate superiori a quelle che il torrente attualmente smaltisce.
I costi di tali interventi sono notevoli ma sempre inferiori ai danni provocati dall’alluvione.
Come dire: è sempre meglio prevenire che curare.

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Ott 11 2014

MISITI – ALLUVIONE DI GENOVA: COLPA DELLA BUROCRAZIA?

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alluvione GenovaE’ allarme per la Liguria in tutti gli ambienti della società italiana. La stampa denuncia l’incuria, le colpe della burocrazia, quelle della protezione civile, dei politici e delle istituzioni tutte. Fra una settimana la notizia sarà in ventesima pagina, fra un mese non ci sarà più. Il Governo nazionale ha altro da pensare, la Regione pure, il Comune aiuterà i cittadini a riparare i danni, i genovesi si lamenteranno, Grillo combatterà contro il terzo valico e così la vita continua in Liguria. La cultura e la politica devono darsi una mossa per capire le vere cause del periodico disastro e individuare bene le responsabilità. Le cause sono individuabili e visibili: in tutta la Liguria e in molte altre regioni italiane con orografia analoga storicamente i popoli hanno scelto di abitare accanto ai corsi d’acqua per poter scaricare in essi i propri rifiuti liquidi e solidi. Negli ultimi 100 anni queste scelte sono state avallate dalle autorità comunali e poi regionali con piani regolatori, licenze edilizie e concessioni, che non hanno rispettato le esigenze dei corsi d’acqua, invadendo i letti , le golene e spesso anche le casse naturali di espansione. Quindi il torrente in piena invade il costruito nel proprio spazio di competenza.

alluvione Genova 1Per trovare le responsabilità dei ritardi negli interventi di mitigazione che la tecnica dispone in presenza di notevoli finanziamenti non si possono seguire scorciatoie accusando i Tar o la cattiva burocrazia, in quanto questi non possono non applicare la legge. Qui sta il punto. Il Tar va abolito: si dice e non si fa; le norme che consentono all’impresa perdente in un appalto di bloccare il cantiere con un semplice ricorso si aboliscano o si modifichino salvaguardando la prosecuzione dell’opera. Questo non lo fa la burocrazia ma lo fanno il Governo e il Parlamento. A Genova e in molte altre città italiane la mitigazione sopra citata, per attuarla, occorre molto coraggio. Vanno demoliti molti edifici costruiti nelle zone di competenza dei torrenti e per ognuno di essi realizzare piccoli invasi a monte come casse di espansione per contenere le piene ed evitare così la rabbia del torrente. Ma gli interessati che dicono? Aspettano la manna o si rimboccano le maniche per risolvere il problema alla radice? La classe dirigente genovese mi sembra all’altezza.

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