Apr
15
2010
CENTO ANNI FA IL NOBEL A MARCONI E BRAUN
Oggi a Roma, a Villa Sciarra, si celebra il centenario del Nobel per la Fisica a Guglielmo Marconi e al tedesco Karl Ferdinand Braun.
I media italiani ignorano o quasi l’avvenimento, preferendo scrivere su argomenti effimeri e senza futuro. Marconi è stato uno scienziato che ha avuto il merito di collegare strettamente le invenzioni scientifiche alle applicazioni pratiche. Oggi si direbbe che egli è stato un ricercatore di scienza e tecnologie.
Questa sordità dei media italiani però mi fa venire in mente le parole di Pietro Lacava, in quel momento ministro delle poste, che alla lettera con la quale Marconi illustrando l’invenzione del telegrafo senza fili chiedeva finanziamenti, rispondeva: “alla Lungara”, intendendo il manicomio posto in via della Lungara a Roma.
Fortunatamente il mondo e poi anche l’Italia hanno riconosciuto i meriti di Guglielmo Marconi e l’hanno premiato abbondantemente. L’attuale sordità della nostra classe dirigente rispetto alla scienza, di cui i media sono l’espressione, dimostra ancora una volta l’urgente necessità di un risveglio degli intellettuali liberi, i quali devono uscire dalle torri di avorio in cui stanno rinchiusi e “gridare” al paese di svegliarsi.
LA LEGA NORD VUOLE TUTTO
Non vanno sottovalutate le “trovate” di Bossi, che da venti anni annuncia sempre qualcosa di illogico che puntualmente col tempo riesce a realizzare.
Dopo il successo della Lega alle elezioni regionali l’appetito di Bossi è cresciuto. Egli vuole esportare il metodo in tutto il Paese e a questo fine preannuncia due nuovi obiettivi che sembrano illogici: vuole impossessarsi delle banche del nord e della presidenza del Consiglio dei ministri. Se il disegno si realizzasse si concluderebbe una “lunga marcia”, che ha avuto il sostegno di uomini di spicco come il Ministro Tremonti.
Cito il Ministro dell’economia in quando il meridione è stato “rapinato” dalla politica nordista di Tremonti, che ha trasferito enormi risorse finanziarie dalle zone povere a quelle ricche dell’Italia. La distanza tra Sud e Nord in questo biennio è cresciuta così tanto che non si possono escludere reazioni incontrollate dei meridionali.
Una reazione potrebbe concretizzarsi nella formazione di un partito del Sud contro il Nord del Paese. Sarebbe una vera iattura. È giusto e normale invece che si elaborino contenuti e programmi che portino alla nascita di una grande forza politica capace di guardare al Sud come una grande risorsa per tutta l’Italia. A questa forza politica molti di noi meridionali si sentirebbero di offrire un contributo appassionato.
Apr
14
2010
Ancora cinque anni di buongoverno a Lamezia con Gianni Speranza
Con la proclamazione ufficiale avvenuta questa mattina dal Tribunale di Lamezia, è certo che il centrosinistra e Gianni Speranza hanno la maggioranza in Consiglio comunale.
Resta il rammarico per le posizioni assunte dagli esponenti delle destre che, con atteggiamento poco rispettoso delle istituzioni e dei processi democratici, avevano annunciato le dimissioni di massa nella speranza di sciogliere il Consiglio comunale e ribaltare la volontà dei cittadini lametini che con il 65 per cento dei suffraggi hanno scelto di essere ancora governati da Gianni Speranza.
Bisogna complimentarsi con il sindaco che vede così premiato il lavoro positivo che ha svolto negli ultimi cinque anni a Lamezia, convinti come siamo che saprà continuare a guidare la città nel secondo mandato con rinnovato entusiasmo e passione civile.
Risultati elettorali: delusione de Magistris
Le aspettative create dai proclami estivi dell’eurodeputato de Magistris sono state ampiamente deluse.
“La rivoluzione della nuova classe dirigente comincia da Callipo e dai candidati della società civile da me selezionati” aveva proclamato in tante interviste il nostro ex Pm. La lista di Catanzaro infatti era zeppa di nomi sconosciuti della “sua” società civile.
“Vinceremo noi” aveva annunciato insieme a Pannella in un cinema di Catanzaro a conclusione della campagna elettorale regionale. Egli riteneva di ripetere il successo delle Europee, quando Italia dei Valori a Catanzaro lo sosteneva con una organizzazione devota e capillare. Dal 14% è passato al 3%.
Gli attacchi a un uomo onesto candidato del centrosinistra, che già subiva attacchi di fuoco amico nel PD, sono stati visti male dagli elettori del capoluogo. Mettere sull’altare un candidato, sacrificato certamente ma “spendaccione” come nessun altro, non è stato apprezzato dai catanzaresi.
Si può ribattere che la sconfitta del centrosinistra è di tutti. Certo! Ma gli autori, sedicenti di sinistra, che ne hanno certificato il “falso fallimento” sono proprio coloro che hanno sparato a zero sul candidato.
Il popolo ha seguito invece il Polo che appariva compatto.
Apr
13
2010
LA SINISTRA IN MEZZO AL GUADO
Manca un progetto organizzativo o un progetto politico?
I risultati elettorali favorevoli alla destra, alcuni dei quali eclatanti – come a Mantova – hanno aperto un dibattito a tutti i livelli nelle organizzazioni politiche che si collocano in quel contenitore che ancora viene chiamato centrosinistra. Gli elettori hanno percepito le divisioni e le rotture, il fuoco amico e la mancanza di unità interna. Ma su ogni altra cosa avvertono la più evidente tra le carenze, su cui non ci si vuole fermare: la mancanza di un reale progetto politico, che distingua nettamente gli obiettivi progressisti da quelli conservativi delle destre italiane.
Si è favorito così il fenomeno dell’astensionismo e in qualche caso il rifugio in gruppi protestatari (Grillo) e financo nel leghismo più becero. Se tutto questo è vero, leggendo i risultati complessivi delle elezioni, il tema non è il partito regionale o centrale ma quello di formulare un progetto che contenga una credibile proposta politica alternativa, funzionale a un sistema democratico del potere e in opposizione al sistema di potere antidemocratico che è il valore fondante dei gruppi maggioritari del centrodestra.
Dopo la proposta politica, l’organizzazione regionale va bene, ma va altrettanto bene quella tradizionale. Se si continua nelle attuali diatribe tra questioni organizzative e personalismi vari, le sconfitte ci saranno almeno fino a quando i cittadini non toccheranno con mano che dal centrodestra non saranno risolti i lori problemi ma quelli di alcuni gruppi privilegiati. Ma dovranno passare almeno tre anni.
LE CONTRADDIZIONI DEI MODERATI
È giusto lasciare il Sud in mano a chi l’ha spolpato?
Premetto di condividere molto della politica dell’UDC in campo nazionale, specialmente in tema di riforme e di economia. Non riesco invece a capire come faranno gli amici Gino Trematerra e Franco Talarico a conciliare queste politiche praticate in Parlamento dal proprio partito in difesa del Mezzogiorno (fondi FAS, politica del credito, federalismo alla padana) con gli opposti programmi del centrodestra, che pure saranno costretti ad appoggiare in Calabria. Le contraddizioni non potranno che esplodere sui problemi concreti.
Agli amici dell’UDC calabrese non resterà che l’opposizione interna alla coalizione di destra e il dialogo serrato con il centrosinistra per preparare l’alternativa per il prossimo quinquennio, visto che l’UDC in Calabria ha disponibile una classe dirigente giovane e preparata, adatta a sostituire le destre.
Apr
12
2010
L’AFFRUNTATA DI SANT’ONOFRIO
Il rito del venerdì Santo dell’incontro tra Gesù risorto e la Madonna, a cui san Giovanni annuncia il ritorno di Cristo, a Sant’Onofrio si è svolto la domenica dopo Pasqua. È la prima volta che accade e non è dato sapere con quale animo don Luigi Renzo, Vescovo di Mileto, ha consentito una così grande anomalia temporale.
È stato un rito blindato. Ho visto più uomini di legge che cittadini di Sant’Onofrio. Faceva pure bella mostra “disgustosa” la scorta e le muffole sulle auto blu di qualche parlamentare.
Capisco il perché dello sconcerto di una giovane intervistata alla televisione: “cosa voliti vui autri, la festa è sulu nostra”. Al rito si partecipa e non si annuncia la propria partecipazione. Dal mio sito ho invitato, certo, alla partecipazione e io stesso ero sul posto, ma tra la folla.
La Chiesa non lasci solo il nostro don Renzo!
La Conferenza dei Vescovi calabresi si ponga il problema di cacciare dalle Affruntate tutti i capi bastone “che dettano il passo del corteo proprio con il bastone” ed i picciotti “che con i tre inchini di san Giovanni si sottomettono al capo bastone”. Sarebbe un bel gesto di lotta alla mafia.
LE ISTRUZIONI DI ALDO MICCICHE’ A MARCELLO DELL’UTRI
Dal Venezuela si fa ancora sentire Aldo Micciché e lo fa con una conversazione telefonica. Dall’altra parte del filo vi è nientemeno che Marcello Dell’Utri. Non è la prima volta che notizie del genere sono state pubblicate in Italia e, nonostante la gravità dei contenuti, non è successo niente.
Se sono vere le telefonate è in gioco la credibilità delle nostre Istituzioni. E dire che Dell’Utri è stato e ed è ancora un buon ricercatore culturale. Alla cultura si accompagna sempre l’etica e la morale. Perché invece è così cambiato?
Di Aldo Micciché so che ha avuto guai giudiziari a Roma dopo una parentesi politica con la DC alla Provincia. Mi piace invece riferire che l’ho conosciuto nel biennio 1952/53 e poi, dopo molti anni, l’ho intravisto una sola volta a Roma, profondamente cambiato.
Egli è originario di Maropati (RC), e abitava a Reggio Calabria. Era un ottimo atleta: ha vinto in scioltezza nello stadio oggi Granillo di Reggio Calabria la corsa studentesca provinciale dei mille metri del 1952. L’anno successivo lo imitai e fui io a vincere.
L’atletica è maestra di vita etica e morale. Perché non ha funzionato anche con lui? Le due risposte non può darle certo il lupo della Sila ma ci vorrebbe un buon antropologo.
Apr
09
2010
ARGOMENTI DI OGGI:
SCONTRO GRILLO-DE MAGISTRIS
Anche nella società civile si litiga come nella “vecchia politica”. Il fortunato neofita della politica, ex pm, si è preso una licenza straordinaria facendo una proposta che definire ingenua è poco: sciogliamo i partiti e i gruppi di Di Pietro, Grillo e Vendola e, insieme ai movimenti, fondiamo il vero partito della sinistra italiana.
Non si sa cosa ne pensano gli altri perché non hanno parlato. Grillo l’ha presa brutta: come ti permetti, parla per te: io non sono né di sinistra (non ho letto Marx) nè di destra (non ho letto il Mein Kampf), sono Grillo e basta. Ho fatto le vacanze a Malindi e il mio hotel aveva 5 stelle e così si chiamerà sempre la mia lista.
E giù botte da orbi, a parole naturalmente.
Di Pietro testimonia: “la rete è divisa a metà”; ma nessuno cede perché sono due prime donne.
Mi viene proprio da esclamare: fermi!!! Il “popolo romano” non vi sente né vi vede.
E’ proprio vero: i “gruppettari” litigano e se li danno di santa ragione. E il cavaliere ride.
SANITA’ A DUE FACCE
Ho viaggiato di recente con un ex direttore o manager della sanità calabrese che ha fatto lo stesso mestiere in Lombardia. Egli mi ha testimoniato che i morti per presunti errori sanitari sono più numerosi negli ospedali lombardi che in quelli calabresi. In Lombardia nessuno ne parla, in Calabria diventano casi nazionali.
Stai attento Peppe: sulla sanità si vince o si perde.
Chiaravalloti e Loiero ne sanno qualcosa. La sanità ha solo bisogno di qualità superiore. Non ti fare guidare dai consiglieri regionali, che magari sono stati eletti a bella posta. Fatti consigliare dai nostri grandi medici che lavorano fuori e non chiedere commissariamenti al Governo. Sarebbe una tua prima sconfitta.
Apr
08
2010
ARGOMENTI DI OGGI:
Domenica tutti a Sant’Onofrio: l’”affruntata” si farà senza i picciotti.
Affruntata 2009 - www.melissandra.it
Il coraggio di un parroco di paese e la ferma posizione del vescovo di Mileto (Don Luigi Renzo di Campana) hanno sconfitto l’arroganza mafiosa degli uomini di onore. Una ndrangheta feroce come quella operante nella provincia di Vibo Valenzia dove a nessuna impresa o industria è permesso di lavorare in pace senza pagare il “pizzo”, ha trovato un osso duro da rosicchiare e non ce l’ha fatta. Il parroco ha sospeso la tradizionale cerimonia che si farà invece domenica 11 aprile nella stessa piazza di Sant’Onofrio .
È un’occasione importante per dimostrare che i cittadini calabresi non hanno paura e vogliono essere liberi.
Napolitano ha firmato il d.d.l. sul leggittimo impedimento.
Il presidente ha fatto studiare per un mese dai suoi esperti il testo approvato dal Parlamento e alla fine, non trovando alcuno appiglio, ha dovuto promulgare l’atto, che è diventato legge.
In precedenza aveva rinviato alle Camere un altro disegno di legge sull’arbitrato nelle controversie di lavoro. In quel testo c’erano i presupposti per la richiesta di modifica nel rispetto letterale di un principio costituzionale. Le modifiche saranno apportate ed anche questo atto sarà legge.
I due episodi dimostrano con chiarezza che Napolitano fa bene il suo mestiere, “checché” ne dicano Flores, Grillo e Travaglio; ma quel che si evidenzia di più è il fatto che il Quirinale è l’unico luogo dove, in qualche caso, si possono correggere le proposte del Governo. Il Parlamento non riesce quasi mai. L’opposizione rifletta.
Calderoli scavalca Berlusconi.
È notizia di oggi, lanciata da un’intervista al giornale leghista, che Calderoli, fresco dell’investitura di Arcore, si è fatto portavoce del centro-destra consegnando in modo irrituale la bozza dei “lumbard” sulle riforme costituzionali. L’irritazione di Berlusconi è al culmine. Dopo aver inghiottito Zaia e Cota, senza contare gli ex missini Polverini e Scopelliti, si vede anche sostituito negli incontri con Napolitano. Fini, e non parlo di Schifani, va oltre l’irritazione perché tale bozza non l’ha proprio vissuta. Sull’argomento vi è pure una specie di diktat di Montezemolo che corregge il tiro affermando: “le riforme si, ma con tutto il rispetto di quelle dello Stato e della giustizia, la priorità spetta al lavoro e al fisco”. E come dargli torto! Speriamo che da tutto questo parlare esca qualche risultato, visto che il PD ormai non può che collaborare.
Il lupo della Sila
Apr
07
2010
ARGOMENTI DI OGGI
di Aurelio Misiti
Dopo le elezioni regionali si può proseguire nel progettare un’area politica di “centro radicale” che trascini la Calabria verso la normalità?
La risposta è positiva se si approfondiscono le dinamiche politiche elettorali e le caratteristiche degli eletti nel Consiglio Regionale.
Attualmente le forze politiche potenziali di questa area sono sparse; se ne trovano infatti nell’UDC, dove più ampio è il legame con l’elettorato moderato senza essere di destra , ma anche in IDV, Alleanza per la Calabria, Insieme per la Calabria, Slega la Calabria, Autonomia e Diritti e persino nelle due liste dei partiti maggiori.
Queste forze vanno unificate attraverso elaborazioni culturali che prescindano dall’appartenenza ai due schieramenti.
Banchi di prova saranno i punti comuni dei programmi elettorali:
– politica della salute;
– politica dell’occupazione;
– lotta senza quartiere al potere mafioso e criminale;
– valorizzazione dell’industria turistica attraverso un sistematico miglioramento infrastrutturale al suo servizio;
– valorizzazione delle tre grandi aree metropolitane ciascuna con le sue caratteristiche:
Reggio e la città dello Stretto con Taormina, li isole Eolie, l’Aspromonte e il porto di Gioia Tauro. Punti di attrazione dell’interro mediterraneo.
Catanzaro – Lamezia come fulcro burocratico in senso moderno di “capitale regionale” che amplifichi e valorizzi le grandi potenzialità della costiera del Vibonese, le Serre, il soveratese, la Sila catanzarese e gli immensi giacimenti culturali e le tradizioni artigianali – industriali del crotonese.
Cosenza – Rende come grande parco della cultura e della scienza, al centro dei grandissimi parchi ambientali della Sila e del Pollino. La valorizzazione della nostra religione attraverso S. Francesco di Paola (venerato nel mondo) e la tradizione bizantina del rossanese, nonché le grandi potenzialità marinare di Corigliano.
Questa Calabria dovrebbe essere cucita da un comune sentire, legato dall’antica cultura greca e medioevale, per potere sperare di rincorrere la “normalità”.
Su questi temi è necessario un continuo confronto che porti a scelte condivise dal nostro popolo.