Editoriali

Apr 30 2010

Osservatorio del 30 aprile 2010

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BUONE NOTIZIE PER LA “GRANDE” COSENZA

L’ordine del giorno presentato dal consigliere comunale del Partito Democratico Eugenio De Rango, che contiene la proposta di unificare le città di Cosenza, Castrolibero e Rende in un unico grande centro urbano, ha l’appoggio convinto di tutti coloro che hanno a cuore l’avvenire della regione.

ProCalabria, già durante i recenti dibattiti politico-elettorali, ha preconizzato la formazione di tre grandi aree urbane intorno a Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza, come poli specializzati per attirare consistenti investimenti finalizzati alla rinascita della regione. Se poi a questi obiettivi si accompagnano proposte di rinnovamento come può essere quella, riportata da “il Quotidiano”, di indicare il giovane sindaco di Castrolibero e presidente del Consiglio provinciale Orlandino Greco a futuro sindaco della grande Cosenza, non possiamo che essere ottimisti.

Ci siamo battuti e continueremo a batterci per la grande Area Metropolitana dello Stretto, per quella di Catanzaro – Lamezia come “capitale”; saremo anche accanto a coloro, come Orlandino Greco, per realizzare presto il sogno della grande Cosenza.

Ricordiamo che già l’Accordo di programma del 2002, voluto dall’allora assessore ai lavori pubblici Aurelio Misiti e dai sindaci Giacomo Mancini e Sandro Principe, prevedeva la metropolitana di superficie, oggi in via di realizzazione, che cucirà le varie realtà urbane della futura grande Cosenza.

Le iniziative come quella del consigliere comunale De Rango e la previsione di impegnare un validissimo giovane amministratore come Greco, dimostrano che la Calabria, così come ha fatto per Lamezia Terme, è capace ancora di sollevarsi dal vetusto localismo e pensare in grande.

LA “POPOLARITA’” DEI MALAVITOSI

Grande preoccupazione ha destato l’episodio, amplificato alla grande dai media, degli applausi al pluripregiudicato Giovanni Tegano, nella opinione pubblica e negli stessi organi dello Stato.

Il procuratore Pignatone, mortificato da quei gesti, ha ringraziato i reggini per la solidarietà manifestata alla magistratura, mentre il presidente Scopelliti dice che la buona amministrazione sconfiggerà la malavita organizzata. Numerosissime altre personalità hanno parlato preoccupate dal significato che può avere un simile episodio. Purtroppo la stessa cosa si è verificata in questi giorni in Sicilia, all’apparire fuori dal carcere di un ergastolano mafioso.

Noi credevamo che solo nella periferia degradata napoletana potessero verificarsi questi fatti incresciosi, ma evidentemente l’animus del cosiddetto popolino va in quella direzione in mancanza di altro a cui aggrapparsi.

Attenzione presidente Scopelliti, non erano solo parenti e familiari quelli che applaudivano ma solo quelli più intimi ai malavitosi, che possono solo essere alcuni tra i più interessati, che si espongono. Sono solo la punta dell’iceberg.

In una zona del Paese, il Sud, dove agli occhi dei cittadini lo Stato c’è solo per reprimere e meno, ad esempio, per risolvere i gravi problemi sociali come quelli del lavoro e della salute, le mancate risposte in questi campi, la disoccupazione ed emigrazione forzata dei migliori cervelli – Svimez parla di trentamila ogni anno – costituiscono evidentemente un terreno fertile per quelle bande di criminali che, spesso in doppio petto, offrono possibilità e occasioni di lavoro che la buona e pulita società non può dare.

Sconfiggere la ‘ndrangheta non è facile proprio per questo e quindi non è un compito solo di buona amministrazione, anche se questa è una condizione necessaria, ma ci vuole l’impegno generale, politico e istituzionale, del Paese intero per eliminare le ragioni dell’esistenza di queste organizzazioni.

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Apr 29 2010

Osservatorio del 29 aprile 2010

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APPELLO DI PROCALABRIA PER IL PRIMO MAGGIO A ROSARNO

Rosarno, cittadina della piana di Gioia Tauro, porta con sé tutte le contraddizioni della Calabria. Abbiamo provato grande tristezza nell’assistere agli scontri tra gli abitanti rosarnesi e i poverissimi extra comunitari. Per anni ci eravamo illusi di poter trovare un modo per accogliere tutti quei disperati e consentire loro una vita decente, fondata sul proprio lavoro. Pochi sono riusciti nell’intento e invece molti hanno subìto tutti gli effetti di una condizione di vita e di lavoro subumana.

Rosarno in passato ha vissuto le lotte contadine e bracciantili della Piana, che hanno avuto come emblema il martire Valerioti, che insieme ad altri volenterosi tentava il cooperativismo agricolo, purtroppo soffocato nel sangue.

La stessa Rosarno è però il contenitore delle “famiglie” Pesce e Bellocco, che disonorano quella cittadina. Ma le forze dell’ordine, proprio oggi, hanno assicurato alla giustizia gli affiliati delle cosche. Un giorno di gloria per la magistratura e le forze di polizia, a cui vanno tutti i nostri complimenti.

I Pesce sono tutti in galera. Ma ci resteranno? Se lo domandano i cittadini onesti e se lo augurano. Ma Rosarno è stata scelta pure per celebrare la festa dei lavoratori. Un nuovo raggio di sole, chiaro e benefico; luci e ombre quindi si susseguono, come quelle che insistono sulla nostra regione.

Ma noi, guardando i manifesti nei pressi del Parlamento, ci siamo commossi: Rosarno a caratteri cubitali sui muri romani per il primo maggio. Non è mai accaduto e ciò va a merito dei sindacati confederali, che hanno voluto mandare un messaggio di speranza a tutto il Mezzogiorno d’Italia.

ProCalabria pertanto fa appello ai cittadini affinché partecipino alla manifestazione, perché si tratta della vittoria del bene sul male, proprio nella piazza dedicata al martire Valerioti.

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Apr 27 2010

Osservatorio del 27 aprile 2010

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OPERAZIONE MIGRANTES: CREAZZO O MARONI?

 L’operazione migrantes, promossa e coordinata dal procuratore di Palmi dott. Creazzo e condotta dalle forze dell’ordine a Rosarno, è assai significativa e nello stesso tempo simbolica. Sono stati assicurati alla giustizia uomini privi di scrupoli, italiani e stranieri, che da anni operano in un luogo dove mancano regole chiare e con l’economia agricola locale – basata quasi solo sugli agrumi – in piena crisi.

Non tutti quelli che esternano soddisfazione in questi giorni sanno che il prezzo delle arance al chilogrammo, pagato al produttore, ha oscillato tra settembre e febbraio dai 3 ai 5 centesimi di euro. Ciò vuol dire che, per guadagnarsi il salario e il “pizzo” al caporale, cioè 20 e 5 euro, l’immigrato deve raccogliere dall’albero un quantitativo che va da 500 a 700 chilogrammi di arance al giorno. Ne deriva un orario di lavoro assurdo, imposto ad un uomo del tutto indifeso dalla nostra società. E parliamo solo di immigrati perché i calabresi disoccupati, (spesso con il diploma) rifiutano sdegnosamente quel tipo di lavoro.

La magistratura inquirente e le forze dell’ordine fanno il loro mestiere, ma la società e cioè il governo, i partiti, i sindacati, fanno il loro? A chi si deve rivolgere l’immigrato regolarizzato per trovare lavoro saltuario? Non ci sono più uffici pubblici accessibili di collocamento, che invece risultarono molti utili contro il caporalato del dopo guerra. Ma ci domandiamo pure: chi difende i contadini, proprietari di uno, due, tre ettari di aranceto, dallo sfruttamento legale a cui sono sottoposti? Si tiene conto che molti di loro rinunciano addirittura alla raccolta?

Il prezzo delle arance pagato al produttore è 30-50 volte minore di quello che pagherà il consumatore. Così il piccolo proprietario guadagna solo se sfrutta in modo inumano l’immigrato, con 15-16 ore di lavoro giornaliero.

I politici e i sindacalisti, oltre a congratularsi con la magistratura, che coordina bene le forze dell’ordine, invece di litigare in merito al ruolo assunto dal Ministro dell’Interno, devono impegnarsi piuttosto per creare le condizioni economiche e di legalità tali da prevenire questa omertosa delinquenza.

Tutti sanno in Calabria che la vera ndrangheta non si occupa più degli spiccioli del capolarato ma punta sugli appalti pubblici e sul commercio nazionale e internazionale di droga e del suo grandissimo business.

La celebrazione nazionale a Rosarno del primo maggio è molto “bella” ma guai se va a cercare la pagliuzza e non vede la trave.

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Apr 27 2010

SANITA’: MISITI, PATTO DI STABILITA’ VA SOSPESO

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SANITA’: MISITI, PATTO DI STABILITA’ VA SOSPESO =
(AGI) – Catanzaro, 27 apr. – “Il sindaco di Roma Alemanno, per il piano regolatore, ha mobilitato architetti e ingegneri di colore politico anche opposto al suo, come Fuksas, Piano e Portoghesi. Il neopresidente della Calabria deve resistere alle pressioni delle lobbies locali e chiamare al capezzale della sanita’ uomini esperti, che hanno mostrato altrove la propria maestria. Senza guardare a simpatie politiche ci sono nomi di illustrissimi professori: Cordiano a Verona, Cognetti all’Istituto Superiore di Sanita’, Romeo a Tor Vergata e chissa’ quanti altri”. Ad esprimersi in questi termini e’ Aurelio misiti, deputato, presidente del movimento Pro Calabria, che aggiunge: “Il problema della sanita’ calabrese infatti non e’ quantitativo ma qualitativo. Lo abbiamo detto a Loiero e lo ribadiamo al nuovo presidente. Fino ad oggi – prosegue – i trasferimenti pro capite dello Stato alla nostra regione registrano una differenza in meno di circa duecento euro annuali rispetto alla media nazionale, dovuta all’emigrazione sanitaria dei cittadini calabresi. Per superare questo stato di cose non basta la buona contabilita’, ma occorre munirsi di strutture sanitarie pubbliche che operino al piu’ alto livello qualitativo. Se cio’ avvenisse i trasferimenti dei fondi alla Calabria sarebbero congrui e porterebbero i conti in attivo. Questo sara’ possibile solo se si potra’ investire in strutture e servizi; ma non si puo’ perche’ vige il patto di stabilita’. E allora la richiesta che Scopelliti deve fare al Governo non e’ il commissariamento ma la sospensione del patto di stabilita’ per quanto riguarda gli investimenti nella sanita’. Solo cosi’ – concludere – si puo’ affermare una efficace politica della salute nella nostra regione”. (AGI) Adv 271041

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Apr 27 2010

SANITA’: MISITI, SCOPELLITI AFFIDI SETTORE A ESPERTI

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  SANITA’: MISITI, SCOPELLITI AFFIDI SETTORE A ESPERTI
(ANSA) – CATANZARO, 27 APR – Sulla sanita’ il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti imiti il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. A sostenerlo e’ il deputato, Aurelio Misiti.
‘Il sindaco di Roma Alemanno, per il piano regolatore – afferma Misiti – ha mobilitato architetti e ingegneri di colore politico anche opposto al suo come Fuksas, Piano e Portoghesi.
Il neopresidente della Calabria deve resistere alle pressioni delle lobbies locali e chiamare al capezzale della sanita’ uomini esperti, che hanno mostrato altrove la propria maestria.
Senza guardare a simpatie politiche ci sono nomi di illustrissimi professori: Cordiano a Verona, Cognetti all’Istituto Superiore di Sanita’, Romeo a Tor Vergata e chissa’ quanti altri’.
‘Il problema della sanita’ calabrese infatti – prosegue Misiti – non e’ quantitativo ma qualitativo. Lo abbiamo detto a Loiero e lo ribadiamo al nuovo presidente. Fino ad oggi i trasferimenti pro capite dello Stato alla nostra regione registrano una differenza in meno di circa duecento euro annuali rispetto alla media nazionale, dovuta all’emigrazione sanitaria dei cittadini calabresi. Per superare questo stato di cose non basta la buona contabilita’, ma occorre munirsi di strutture sanitarie pubbliche che operino al piu’ alto livello qualitativo. Se cio’ avvenisse i trasferimenti dei fondi alla Calabria sarebbero congrui e porterebbero i conti in attivo.
Questo sara’ possibile solo se si potra’ investire in strutture e servizi; ma non si puo’ perche’ vige il patto di stabilita”.
‘E allora – sostiene ancora il parlamentare – la richiesta che Scopelliti deve fare al Governo non e’ il commissariamento ma la sospensione del patto di stabilita’ per quanto riguarda gli investimenti nella sanita’. Solo cosi’ si puo’ affermare una efficace politica della salute nella nostra regione’.(ANSA). 
 

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Apr 26 2010

Osservatorio del 26 aprile 2010

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SE IL SUD FOSSE FEDERALISTA

L’assessore e professore Mario Caligiuri ha scritto un buon articolo sul Quotidiano Nazionale intitolato “Se il Sud fosse federalista” a commento del libro, su cui ritorneremo, di Falasca e Lottieri “Come il federalismo fiscale può salvare il Mezzogiorno”.

La tesi degli autori è che il Sud può diventare la “tigre del Mediterraneo” che trainerà l’Italia nelle perigliose sfide della competizione globale. Il neo assessore, già contestatore accanito della casta dei politici, su cui ha scritto numerosi e apprezzati “pezzi” (speriamo oggi proponga leggi), ritiene che il mezzo per raggiungere l’obiettivo è il buon uso che si riuscirà a fare dei cento miliardi di euro dei fondi strutturali entro il 2013. Egli afferma: “i fondi comunitari sono un volano per lo sviluppo, tutto il resto diventa una conseguenza” e conclude “bisogna volere un po’ più di bene all’Italia. Al Sud come al Nord”.

Non si può che concordare con questi sogni da intellettuale. I fatti però, nudi e crudi, sono indicatori del tutto opposti a questo ottimismo della volontà. La situazione oggettiva dell’Italia di oggi non consente tanto.

Infatti i fondi spesi in infrastrutture, in servizi o in altre attività come quelle turistiche o della finanza, dove produrranno reddito? Le imprese di costruzione sono tutte del centro nord, come pure le banche e le aziende turistiche, per non parlare della grande distribuzione. Il plusvalore creato dal lavoro entra nel flusso diretto verso le Alpi e oltre. D’altra parte il Governo non è padano?

Gli alti dirigenti meridionali, se ci sono, non battono nemmeno un colpo. In questi giorni un bolognese di nome Fini ci ha difeso, ma è stato subito isolato in modo indecoroso.

Tornando all’articolo di Caligiuri, possiamo dire che i fondi strutturali sono importanti, ma per la rinascita è più importante la consapevolezza dei meridionali di potercela fare da soli. Anche i fondi europei sono una opportunità, ma non bastano.

SANITA’ CALABRESE, SCOPELLITI IMITI ALEMANNO

Nel Lazio e in Campania la sanità è stata commissariata. Scopelliti lo ha chiesto anche per la Calabria. Abbiamo più volte suggerito, come ProCalabria, di non rinunciare a priori al compito affidato dagli elettori di migliorare la politica della salute. Lo abbiamo detto a Loiero e lo diciamo al nuovo presidente.

Il problema della sanità calabrese non è quantitativo ma qualitativo. Fino ad oggi i trasferimenti pro capite dello Stato alle regioni registrano una differenza in meno di circa duecento euro annuali rispetto alla media nazionale, dovuta all’emigrazione sanitaria dei cittadini calabresi. Per superare questo stato di cose non basta la buona contabilità, ma occorre munirsi di strutture sanitarie pubbliche che operino al più alto livello qualitativo. Se ciò avvenisse i trasferimenti dei fondi alla Calabria sarebbero congrui e porterebbero i conti in attivo. Ma ciò sarà possibile solo se si potrà investire in strutture e servizi; ma non si può perché vige il patto di stabilità.

E allora la richiesta che va fatta al Governo non è il commissariamento ma la sospensione del patto per quanto riguarda gli investimenti nella sanità. Il neopresidente deve resistere alle pressioni delle lobbies locali e chiamare al capezzale della sanità uomini esperti, che hanno mostrato altrove la propria maestria. Senza guardare a simpatie politiche ci sono nomi di illustrissimi professori: Cordiano a Verona, Cognetti all’Istituto Superiore di Sanità, Romeo a Tor Vergata e chissà quanti altri.

Il sindaco di Roma Alemanno, per il piano regolatore, ha mobilitato architetti e ingegneri di colore politico anche opposto al suo, come Fuksas, Piano e Portoghesi. Scopelliti faccia come lui, la Calabria gli sarà riconoscente.

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Apr 25 2010

Misiti contro le mire della Lega

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il Quotidiano della Calabria – 25/04/2010

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Apr 24 2010

Osservatorio del 24 aprile 2010

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BOSSI: IL NORD E’ STANCO DI  ASPETTARE

NOI SIAMO STANCHI DI SENTIRLO

Bossi e i suoi godono per la lite in diretta tra Fini e Berlusconi e alzano il prezzo della Lega al di sopra del “valore di mercato”.
La spinta viene dalla base  – dicono i leghisti – e infatti se si ascolta radio padania e si leggono gli scritti del foglio “La padania” c’è da rimanere esterrefatti. Spopolano le frasi più sconce,  non solo contro Fini,  ma contro chiunque non si allinei alla lotta contro il Sud per il bene del Nord.
C’è un tentativo di espansione pericoloso come dimostrano i risultati elettorali delle regioni limitrofe alla così detta “padania”. Addirittura  la Lega, immemore degli attacchi giornalieri “agli sporchi meridionali”,  ha l’ardire di piantare bandierine anche al Sud, nominando ad esempio i responsabili provinciali in Calabria. Forse nella Lega pensano che i calabresi hanno l’anello al naso?
Noi ci organizzeremo per ribattere punto per punto i ragionamenti leghisti. Ciò significa unire coloro che lottano per fare uscire il Sud dalla “depressione economica”,  facendolo camminare al passo con il resto del Paese.  Non vogliamo esportare il nostro pensiero di “sudisti”, ma semplicemente desideriamo una Nazione unita, tollerante e solidale.
E’ questo il nostro federalismo: responsabilizzazione della classe dirigente del Sud e bilanciamento delle entrate e delle uscite nelle nostre regioni.
E’ la fine dell’assistenzialismo ed è la consapevolezza di potercela fare da soli in un tempo determinato ma breve.
Questo è anche il principio su cui si fonda l’azione di ProCalabria e della forza politica che intendiamo costruire insieme a chi non è molto lontano dalle nostre idee.


LA NUOVA GIUNTA REGIONALE: SI POTEVA FARE DI PIU’

Con tutto il rispetto per le persone dei nuovi assessori regionali, da Scopelliti ci si aspettava qualcosa di più. E’ pur vero che il materiale umano a disposizione era quello, ma è anche vero che si poteva fare uno sforzo maggiore per inserire personalità calabresi di statura nazionale.
Quando l’on. Nino Foti aveva invocato il ritorno dei grandi cervelli calabresi ci eravamo illusi che il centrodestra, se avesse vinto le elezioni, avrebbe fatto ricorso a quelle personalità, ma ciò non è stato. Ancora una volta è prevalso un po’ di provincialismo, che non contribuirà certo a far uscire la regione dal ghetto in cui si trova dal 1970.
C’è però ancora tempo per rimediare. Il nuovo presidente, sebbene giovane, ha l’esperienza necessaria per verificare se gli assessori capiscano gli argomenti che trattano. Infatti raramente, vista anche la qualità della burocrazia regionale, i medici – ad esempio – possono costruire i ponti o sistemare le città.
Si obietterà che il politico non deve sapere tante cose, ma solo saper “comandare”. Se fosse vero questo in Calabria avremmo già attuato la Costituzione, che per la regione prevede il solo compito di legiferare e programmare, lasciando agli enti locali tutte le fasi attuative.
Purtroppo dalle nostre parti più che altrove ancora questa è utopia, qualunque sia il colore della maggioranza consiliare.

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Apr 23 2010

Osservatorio del 23 aprile 2010

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SCONTRO FINI – BERLUSCONI. BOSSI: FUORI FINI O FINE DELL’ALLEANZA

La “lunga marcia” di Fini verso l’area politica liberaldemocratica non ha subito certo uno stop dalla direzione del PdL ma un’accelerazione. Gianfranco Fini, già capo di un partito (MSI – AN) che non brillava certo per democrazia interna, mentre si sta sempre più ricredendo e avvicinando alla democrazia liberale, ieri si è trovato in una situazione veramente paradossale: il suo primo “sdoganatore”, centrista liberal di un tempo, gli ha rimproverato di non voler praticare il centralismo democratico di stampo leninista. Il presidente del PdL si è convertito da tempo al centralismo democratico, forse in omaggio al suo strettissimo compagno di festini Wladimir Putin.
Il presidente della Camera ieri ha messo da parte il suo abituale aplomb e ha gridato come allo stadio: “che fai, mi cacci”? Non subito, certo, ma presto, avrà pensato il Cavaliere.
C’è da dire che senza i parlamentari amici di Fini il PdL non reggerà il confronto con il centrosinistra e su questo il premier valuterà i comportamenti del suo nuovo avversario.
Lo scontro di ieri, inedito e senza mezzi termini, ha lasciato interdetti alcuni osservatori e politici, ma altri come i centristi dell’UdC, i sudisti, gli amici di Rutelli e molti altri ancora, hanno apprezzato due cose: l’attacco alla Lega nord e la linea meridionalista del presidente della Camera. In coro affermano: sono anni che diciamo le stesse cose. È vero, ma Fini parla ancora convinto del bipolarismo, che è scivolato in bi-populismo, gli altri invece sono convinti che un bipolarismo così si trova già alla frutta. E intanto Tremonti ride e Bossi, nell’incontro di oggi, dirà a Berlusconi: fuori Fini o fine dell’alleanza.

IL PD CALABRESE AL BIVIO

Oggi si riunisce la direzione regionale del PD calabrese. ProCalabria dopo aver compiuto un atto apprezzato da molti, avendo aperto credito al vincitore, augurandogli di fare bene, vuole inviare agli amici “sconfitti” del PD calabrese non solo gli auguri sentiti di buon lavoro ma un messaggio concreto che va dritto nel merito.
Il PD, unico dei cinque gruppi politici presenti in Parlamento che ha fatto della partecipazione democratica una bandiera, dovrà stare attento a non commettere l’errore opposto a quello dei partiti cosiddetti “padronali”, dove un uomo comanda e basta. Le discussioni sono spesso proficue, però lo sono certamente se si fanno su progetti politici riguardanti la soluzione dei problemi dei cittadini, altrimenti non servono.
Se si tratta soltanto di sostituire il segretario regionale o di decidere sul capogruppo al Consiglio e non l’approvazione di una linea politica costruttiva per il bene della Calabria, allora vuol dire che lo sforzo di migliaia di militanti è stato vano.
Noi di ProCalabria auguriamo invece a questo partito non solo di strutturarsi bene ma di trovare una linea politica che consenta di poter governare la regione anche dalla opposizione e dal territorio, considerato che la stragrande maggioranza dei sindaci è di centrosinistra, come pure tre province su cinque, che rappresentano l’ottanta per cento della regione.
È fondamentale quindi il progetto politico e una opposizione radicale si sui principi ma propositiva e costruttiva sulle cose concrete nel Consiglio regionale.

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Apr 23 2010

Le graduatorie della Gelmini

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Calabria Ora – 23 aprile 2010

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