Apr
11
2013
La dissoluzione del movimento politico di Di Pietro, di quello di Ingroia e l’isolamento di De Magistris a Napoli dimostrano che i magistrati, quando utilizzano la toga per far carriera politica o prima o poi falliscono la prova. Di Pietro, che dei tre è senza dubbio quello che ha maggiore capacità politica, si è autodistrutto per aver scelto collaboratori incapaci e senza cultura politica, che lo hanno spinto su posizioni estremiste lontane dalle sue. Tra questi ha ascoltato a lungo i consigli di De Magistris trascurando invece le opinioni delle persone più preparate politicamente che gli avevano spianato la strada verso un’affermazione nel paese reale di grande importanza. Così facendo ha dissipato un patrimonio vasto di veri consensi, perdendo pure i migliori militanti.
De Magistris ha furbescamente usato la vicinanza di Di Pietro per arrivare a sindaco di Napoli, dopo di che lo ha trattato dall’alto in basso, lui lettore di Marx e l’altro solo di cultura contadina.
Ingroia, altro spericolato pm che, sull’onda della sua indagine Stato mafia, riteneva di affermarsi alle elezioni politiche, è finito miseramente anche come pm. Gli Italiani non sono affatto stupidi: hanno voluto dire ”i magistrati facciano il loro mestiere e rinuncino a giocare in un campo pieno di insidie che non conoscono”. Essere cacciati a furor di popolo come sta avvenendo a Napoli non è bello nemmeno per loro.
Mar
31
2013
Si deve concordare con il Presidente della Repubblica che rifiuta una sua rielezione perché non si può lavorare al Quirinale fino all’età di 95 anni. Ma Egli ieri si è reso conto che l’Italia si è politicamente impantanata e solo lui è in grado di estrarla dalle sabbie mobili.
Lasci pure vivere il Governo Monti fino alla elezione del nuovo Capo dello Stato,il quale chiami Napolitano a guidare il Governo per sei mesi-un anno per approvare le leggi che i due gruppi di saggi suggeriranno.
Il sacrificio del Presidente di un ulteriore anno di lavoro consentirà nuove elezioni in un clima più sereno, che dovrebbero consentire al Paese di uscire dalla crisi.
Mar
23
2013
Nel giorno di avvio delle consultazioni di Bersani per individuare una possibile maggioranza in Parlamento, il movimento 5 stelle manda un chiaro messaggio guidando, insieme all’alleato del PD Nichi Vendola, una sicura “gazzarra” contro il cantiere del TAV in Val di Susa, considerato dal PD un fattore fondamentale di sviluppo.
Quale prova più lampante di questa per dimostrare che Vendola e Grillo non possono essere alleati di governo per un PD impegnato ad aggregare le forze democratiche e riformiste onde far uscire il paese dalla crisi. In particolare che rapporto ci può essere tra il programma di un Renzi e quello nullista di costoro? Se Bersani non si avvedesse di queste differenze la sua esplorazione, affidatagli dal Capo dello Stato, non avrebbe alcuna possibilità di successo.
Mar
23
2013
L’Italia in recessione non può permettersi il lusso delle liturgie della prima Repubblica come sembra voglia fare il pre incaricato on. Pierluigi Bersani.
Ha proprio ragione Matteo Renzi: il risultato elettorale ha espresso tre minoranze, che per governare devono necessariamente accordarsi tra loro.
Ma poiché una di esse non vuole dare la fiducia se non a se stessa non rimane altro che formare subito un Governo che,con il sostegno di PD, PDL e dei montiani,possa proporre e far approvare la nuova legge elettorale, l’abolizione o la riduzione drastica dei rimborsi elettorali,la riforma della Costituzione abolendo le province e il bicameralismo perfetto , i provvedimenti per la ripresa economica come i piani organici sui lavori pubblici di manutenzione straordinaria antisismica e difesa idrogeologica.
Con un Governo di scopo di questo tipo, guidato da una personalità prestigiosa come ad esempio l’attuale Presidente della Repubblica, si può tornare alle urne in concomitanza con le elezioni europee, sicuri di aver superato il tunnel dell’antipolitica.
Una scelta così coraggiosa consentirebbe all’Italia di premere con successo su Bruxelles per modificare profondamente la linea pro tedesca dell’Unione, rendendo più forte la moneta e rafforzando sensibilmente il suo ruolo politico in campo mondiale.
Mar
20
2013
Lascia molto perplessi il primo passo effettuato dalla coppia di Presidenti Boldrini-Grasso, i quali, forse condizionati dalle loro precedenti attività e dal clima ostile al Parlamento che vive il Paese, vorrebbero stabilire per i parlamentari un diario e un orario di lavoro di tipo fordiano.
Si renderanno conto presto che quanto da loro annunciato è inattuabile e in più è contro gli interessi dei cittadini e della società italiana.
Le leggi infatti non si fanno a tavolino soltanto; se ciò fosse possibile basterebbero i funzionari delle Camere e dei Ministeri senza alcun bisogno di eleggere deputati e senatori.
Gli eletti dal popolo devono vivere la società dei cittadini elettori e quindi il rapporto con il territorio diviene fattore essenziale nel costruire proposte legislative corrispondenti ai bisogni delle moderne società.
Infatti nei paesi a democrazia più consolidata del nostro si attuano le sessioni parlamentari che durano una o più settimane per legiferare, lasciando liberi i parlamentari per uno o più mesi al fine di rapportarsi sempre più strettamente con le problematiche poste dalle società civili.
Mar
18
2013
Marò Daniele Mancini
L’episodio gravissimo di revocare l’immunità diplomatica all’ambasciatore d’Italia a Nuova Delhi va condannato e contrastato con ogni mezzo non solo della diplomazia.
Di fatto l’ambasciatore italiano in India viene considerato allo stesso livello di una spia da parte della Corte suprema indiana .
Non è accettabile un eventuale comportamento bonista del Governo italiano, il quale dovrà invece operare con contromisure adeguate fino a minacciare lo stesso trattamento per l’ambasciatore indiano in Italia.
Contestualmente va coinvolta l’Unione Europea nella trattativa con l’India per trovare una soluzione definitiva al problema sorto tra i due Paesi a seguito dell’azione di antipirateria in acque internazionali effettuata dai Marò sulla nave mercantile Lexie.
Mar
16
2013
I tre partiti, che sostanzialmente hanno governato insieme nell’ultimo anno e che hanno ottenuto il 70 per cento dei voti nelle recenti elezioni politiche, si stanno scavando la fossa con le loro mani; litigano tra loro come da tradizione senza accorgersi che così facendo si troveranno nel prossimo futuro agli ordini di un fanatico assolutista e dittatore di nome e cognome Gianroberto Casaleggio. Costui ha già scritto cosa vuole fare in Italia e nel Mondo; tra i suoi obbiettivi vi e’ quello della riduzione della razza umana da sette a un solo miliardo di persone, come si può leggere nel suo blog. Usa Grillo per sperimentare le sue farneticanti teorie per poi estenderle dall’Italia agli altri paesi attraverso la rete, che in futuro sarà l’unico vero strumento di comunicazione sul pianeta. Vuole rifare subito le elezioni politiche con la stessa legge elettorale per ottenere il primo posto e così governare a suo modo: no giornalisti italiani, no Rai , no euro, no Europa, no TAV, no termovalorizzatori, no rigassificatori etcetera.
L’Italia sprofonderebbe così in un vero e proprio abisso.
Ogni persona di buonsenso a questo punto non può non essere d’accordo sulla necessità assoluta di arrivare subito a un governo senza i grillini, guidato da una grande persona esterna alla diatriba politica, per fare alcune riforme indispensabili e tornare così a nuove elezioni in concomitanza con le elezioni europee.
Se Bersani, Monti e Berlusconi scegliessero questa via si dimostrerebbero statisti di prim’ordine.
Mar
12
2013
Il risultato delle elezioni politiche non consente di formare un governo con una maggioranza omogenea per l’intera legislatura. Va quindi seguita una strada non consueta perché il paese non puo’attendere oltre:c’è necessità infatti di un governo che affronti in Parlamento l’emergenza sociale e le tre riforme indispensabili concernenti la legge elettorale con una buona percentuale di preferenze,la riduzione drastica dei rimborsi elettorali con abolizione totale per i partiti che scelgono finanziamenti privati con relative detrazioni fiscali,il superamento del bicameralismo perfetto e il dimezzamento del numero dei parlamentari.
Realizzato questo programma minimo si ritorni a votare insieme alle elezioni europee del 2014 per avere un quinquennio di ulteriori riforme e di sviluppo che porti al superamento degli squilibri sociali e territoriali del nostro paese.
Tra i politici purtroppo nessuno ha il prestigio per guidare un simile governo se non il Presidente della Repubblica che fra qualche settimana sarà semplice Senatore a vita e allora affidiamoci a lui.
Mar
01
2013
Ancora una volta l’iniziativa di indirizzare forze culturali, economiche e politiche del Sud verso la costituzione di un movimento politico degno di questo nome è miseramente fallita.
Le elezioni siciliane e quelle politiche più recenti non hanno dato risposte positive alla grande richiesta di autonomia delle popolazioni meridionali.
La differenza fondamentale tra i tentativi, pur lodevoli, di politici come Lombardo e Miccichè e la realtà del partito del Nord interpretato dalla Lega di Bossi e Maroni, sta nel fatto che i piemontesi, i lombardi e i veneti possiedono la cultura del fare con le proprie forze senza attendere aiuti dall’esterno, mentre al Sud è ancora largamente diffusa la cultura dell’assistenza, senza la quale le attività economiche in quelle regioni non hanno alcuna possibilità di realizzarsi.
Dare vita ad un partito politico che abbandoni tale cultura e assuma nel proprio programma una iniziativa analoga a quella del settentrione risulta indispensabile se si vuole guidare il cambiamento che porti a recuperare il gap esistente in ogni settore della vita pubblica del Sud rispetto al Nord
Feb
21
2013
Due notizie dovrebbero attirare l’attenzione di tutte le persone di buon senso questa mattina: la lamentela del Capo dello Stato “ho chiesto invano fondi per la ricerca” e la denuncia del Sole 24 ore “la burocrazia blocca l’80% delle opere”.
È mai possibile che un Capo di Stato così autorevole come Giorgio Napolitano dimostri pubblicamente la sua impotenza nell’orientare i governi del suo settennato in relazione all’incremento indispensabile degli investimenti in ricerca e innovazione per garantire all’Italia la possibilità di rimanere grande paese industriale?
È accertato ormai che la Germania, unico paese europeo in crescita, ha aumentato gli investimenti in ricerca anche durante il periodo delle vacche magre.
Va seguito l’esempio tedesco, focalizzando gli impegni dei candidati a governare il paese sulla ricerca e sullo sviluppo se vogliamo rimanere grandi.
La denuncia del Sole è anch’essa paradossale: 39 miliardi disponibili e non spesi nelle costruzioni, mentre la disoccupazione tocca valori record.
Non è solo la burocrazia a bloccare le opere ma la carenza culturale della sua classe dirigente complessiva e non solo politica e anche del popolo italiano, che non consente un normale sviluppo economico e sociale richiesto a gran voce dalla gioventù attualmente impotente.
Abbiamo già illustrato come si possono aprire senza lacci burocratici centinaia di migliaia di piccoli cantieri edili con modesti investimenti per le manutenzioni e i recuperi del patrimonio edilizio e infrastrutturale del “bel paese”. Abbiamo fiducia nella prossima legislatura.