Attivita’ Parlamentare

Lug 04 2012

Intervento dell’On. Aurelio Misiti, capogruppo di Grande Sud-PPA, sulla mozione di sfiducia al ministro Elsa Fornero

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Signor Presidente, i dieci deputati di Grande Sud voteranno contro la mozione di sfiducia al Ministro Fornero, per diversi ordini di motivi, primo fra tutti il fatto che siamo contrari alla sfiducia al singolo Ministro e, quindi, per una questione anche di carattere formale.
Tuttavia, dobbiamo essere e siamo conseguenti al nostro comportamento fin qui tenuto, da quando il Governo Monti si Pag. 8è costituito. Noi abbiamo votato sostanzialmente la fiducia su ognuno dei provvedimenti, perché ne condividevamo i contenuti.
Quindi è chiaro che oggi sarebbe contraddittorio rispetto a questo nostro atteggiamento appoggiare una mozione di sfiducia che appare certamente strumentale, quindi non conforme, a ciò che andiamo perseguendo, ovvero che il Governo continui la sua opera. Infatti, oltre ad ottenere buoni risultati in riferimento alle questioni internazionali ed europee, di fronte all’Europa ma anche di fronte al mondo, sulle questioni sociali e del lavoro c’è bisogno di continuare, perché occorre inserire anche il tema dell’equità, non solo tra le generazioni e tra le persone, ma anche l’equità territoriale. Noi riteniamo che il lavoro debba essere certamente ripristinato dove si è perduto, ossia nel centro-nord del Paese, e che bisogna fare provvedimenti speciali ad hoc affinché il lavoro si crei anche nei territori dove non ci sono da recuperare posti di lavoro, ma da inventare di sana pianta il tipo di lavoro, ovvero in tutto il Mezzogiorno d’Italia.
Quindi, abbiamo bisogno della stabilità di questo Governo, che continui per tutta la legislatura e che porti avanti anche innovazioni proprio nel mercato del lavoro, in modo tale che i giovani disoccupati, che sono concentrati soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia, abbiano la possibilità e la speranza di rimanere nei propri territori e di utilizzare gli strumenti che vengono messi a disposizione dallo Stato, dalle regioni e dai grandi comuni del centro e del Mezzogiorno.
Questo non significa essere contro lo sviluppo dell’altra parte del Paese. Noi vogliamo che anche l’altra parte del Paese vada avanti e riprenda il suo cammino, perché, senza la motrice che oggi – va riconosciuto – è proprio il centro-nord, sarebbe difficile che i convogli, che sono anche rappresentati dalle regioni meridionali, che devono dare il loro contributo però a questo cammino, possano andare in fretta.
Per questo motivo, noi appoggiamo l’opera del Governo, che si sta occupando anche della coesione territoriale, e vogliamo che in questo cammino ci siano tutti i membri del Governo, senza scossoni, in modo tale da presentarci in campo nazionale e internazionale con tutte le carte in regola. Pag. 9
Pertanto, voteremo convintamente «no» alla sfiducia e diremo «no» a questo tipo di mozione, perché abbiamo invece la necessità di dialogare e di aprire un dibattito su come aprire delle possibilità di lavoro nel Mezzogiorno d’Italia, dove le cifre sono veramente allarmanti, soprattutto quelle dell’ultimo anno. Quindi sia chiaro che il gruppo Grande Sud vigilerà perché ciò avvenga e, se avviene questo, il nostro appoggio al Governo è scontato fino alla fine della legislatura.

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Lug 04 2012

FORNERO: MISITI, DA GRANDE SUD NO A SFIDUCIA MINISTRO

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(ANSA) – ROMA, 4 LUG – ‘I dieci deputati di Grande Sud voteranno contro la sfiducia al ministro Fornero perche’ riteniamo illegittimo l’istituto della sfiducia al singolo ministro in carica e non vogliamo indebolire ulteriormente un governo che auspichiamo prosegua la sua azione innovatrice per l’intera legislatura. L’Italia ha bisogno di stabilita”. Lo ha detto Aurelio Misiti di Grande Sud intervenendo nell’Aula di Montecitorio durante le dichiarazioni di voto sulla mozione di sfiducia nei confronti del ministro del Welfare Elsa Fornero.

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Lug 03 2012

NIENTE TAGLI DEI TRIBUNALI MINORI. GRANDE SUD HA VINTO!

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“Il grido lanciato da Grande Sud nei giorni scorsi contro il taglio lineare dei tribunali minori al Sud è stato ascoltato. Siamo orgogliosi di avere condotto, per primi e con successo, questa fondamentale battaglia di legalità”. Lo afferma il senatore di Grande Sud, Roberto Centaro, vice presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama ed ex presidente della commissione parlamentare antimafia, commentando la scelta del ministro della Giustizia Paola Severino di non portare alla riunione del Consiglio dei ministri di ieri la bozza di decreto legislativo sulla revisione del riordino degli uffici giudiziari.
“Il riordino degli uffici giudiziari – aggiunge l’esponente del movimento arancione – è esigenza avvertita anche da Grande Sud, tuttavia lo si faccia con giudizio, attraverso la valutazione di criteri oggettivi legati all’orografia dei territori, al deficit di infrastrutture e alla presenza forte della criminalità organizzata. I tribunali al Sud sono dei presidi di legalità indispensabili. Siamo lieti che i partiti maggiori si siano finalmente svegliati e che il governo stia cominciando a capire. Non ci stancheremo mai di dirlo: eliminare le sezioni distaccate di città come Corleone e Castelvetrano – conclude Centaro – significherebbe dare un segnale preciso alla mafia, non è questo quello che vogliamo”.

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Giu 28 2012

Mozione presentata dai deputati di Grande Sud contro la chiusura dei tribunali al Sud

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La Camera, premesso che:
l’annoso problema della presenza capillare della criminalità organizzata nel Mezzogiorno va affrontato come emergenza, rappresentando uno dei più gravi elementi che non permette al Sud Italia di riallacciarsi al resto del Paese;
il Meridione è fortemente caratterizzato dalla criminalità organizzata di stampo mafioso, che si è sviluppata secondo modelli volti a mantenere un forte e sostanziale radicamento sul territorio d’influenza, specializzandosi nell’infiltrazione nel tessuto economico finanziario. Cosa nostra, in Sicilia, la ‘ndrangheta, in Calabria, la camorra, in Campania e la criminalità organizzata pugliese hanno esercitato una pervasiva azione di controllo del territorio, talvolta egemonizzando le attività illecite e rappresentando una minaccia anche ai settori economici e finanziari;
in Campania, Calabria e Sicilia risulta essere concentrato circa il 75% del crimine organizzato, le conseguenze della presenza delle associazioni mafiose nel Mezzogiorno si intrecciano in modo complesso con l’economia del Sud stravolgendo le regole del “fare impresa” e scoraggiando gli investimenti stranieri, oltre che creando un grave e indiscusso disagio sociale;
è fondamentale che lo Stato rafforzi la propria presenza in tali territori, consolidando i tribunali, presidio di legalità e freno alla criminalità; desta pertanto preoccupazione e perplessità la proposta di ridefinizione della geografia giudiziaria italiana, avanzata dal Governo;
la legge n. 148 del 14 settembre 2011 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari” stabilisce che il Governo è delegato a emanare, entro un anno dall’entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi con l’obiettivo di “riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza”, nel medesimo testo sono menzionati i criteri oggettivi e omogenei da applicare per la realizzazione di tale scopo, fra cui: l’estensione del territorio, la densità della popolazione, i carichi di lavoro e l’indice delle sopravvenienze, la specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e il tasso d’impatto della criminalità organizzata;
come anticipato e tristemente noto il territorio del Mezzogiorno risulta essere fortemente caratterizzato dalla presenza della criminalità organizzata, ma si contraddistingue anche per evidenti carenze infrastrutturali e dei collegamenti, è necessario che la nuova geografia giudiziaria del Paese non sottovaluti le peculiarità delle regioni meridionali,
impegna il Governo:
a tener conto delle specificità dei territori del Sud Italia, non solo evitando un taglio lineare delle sedi giudiziarie nel Mezzogiorno, ma mettendo in atto una politica volta a assicurare un efficiente lavoro di tali fondamentali presidi di legalità, eliminando nel contempo gli sprechi che nell’Amministrazione della giustizia risultano marcatamente evidenti.
ON. MISITI, ON. PITTELLI, ON. FALLICA, ON. GRIMALDI, ON. IAPICCA, ON. MICCICHE’, ON. PUGLIESE, ON. SOGLIA, ON. STAGNO D’ALCONTRES, ON. TERRANOVA,

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Giu 27 2012

Intervento in Aula del capogruppo di Grande Sud, On. Aurelio Misiti, sul DDL: Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita

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Signor Presidente, signori membri del Governo, la componente Grande Sud del gruppo Misto auspica che il Presidente Monti affronti domani gli incontri portando la comune volontà del Parlamento di sostenerlo sui temi generali europei, quelli del debito sovrano, dell’abbassamento dello spread, ed altri. Nelle mozioni che approveremo in serata speriamo che ciò venga espresso con chiarezza.
La legge che il Governo vuole invece sia approvata con la fiducia, riguardante il mercato del lavoro, non ci soddisfa, perché non contiene nulla che possa dare un impulso alla rinascita del Mezzogiorno d’Italia, e non vediamo per quale motivo dovremmo approvarla così velocemente, perché ce lo ordinano dall’esterno. Una legge sul mercato del lavoro riguarda certamente il territorio dove il mercato c’è; una legge sul lavoro invece deve avere come obiettivo di attrarre imprese, imprenditori e capitali nella parte del Paese che può svilupparsi. Altre nazioni che hanno lo stesso PIL della parte del Paese detta Mezzogiorno si sviluppano, in questi anni di crisi, a due cifre.
Il primo articolo del provvedimento riguarda questioni essenziali come la flessibilità all’entrata e all’uscita del lavoro, ma sono questioni che riguardano sempre pochi lavoratori del Mezzogiorno perché la stragrande maggioranza dei lavoratori, chi lavora nel Mezzogiorno, è dipendente pubblico, su cui si vuole anche intervenire.
Abbiamo motivato ieri il nostro atteggiamento benevolo verso il Governo in questa occasione del confronto europeo, ma non possiamo accettare che non ci sia un provvedimento specifico sul lavoro che riguardi il Mezzogiorno d’Italia.
Se si aggiunge a questo disagio del Mezzogiorno anche il taglio lineare sulla giustizia, con gravi ripercussioni negative sulla lotta alle mafie e pure sull’occupazione, il quadro diventa ancora più chiaro. Se queste questioni non vengono affrontate con successo, i nostri parlamentari non possono che collocarsi, in futuro, all’opposizione. Se questo ragionamento lo faranno anche gli altri parlamentari meridionali, il Governo tecnico avrà una durata non lunga. Forse ha ragione chi dice che Monti va bene per l’estero e che per la politica interna ci sia bisogno di un coinvolgimento diretto dei partiti di maggioranza. È così? Lo dicano i diretti interessati.
Il sud ha bisogno di attrarre investimenti e, quindi, ci vuole stabilità politica e ha bisogno, certamente di innovazione, anche contrattuale, ad esempio con i contratti regionali integrativi e di categoria, e di un piano di opere pubbliche piccole, medie e grandi che, sicuramente, avvii la ripresa economica in quel territorio. Abbiamo bisogno di sicurezza in quei territori, abbiamo bisogno di avere qualcosa com’è stato dato alla Germania dell’Est negli anni Novanta. Ecco perché la Germania si è sviluppata così velocemente, perché si è potuta sviluppare la Germania dell’Est.
Se da Bruxelles, quindi, non saranno mandati segnali positivi all’Italia, se il Presidente Monti torna con le mani vuote, è chiaro che non capiamo cosa ci stiamo a fare qui a votare le fiducie ad un Governo che ha basato tutto sul rigore e che non riesce ad ottenere nulla per il territorio, così disagiato, della sua nazione. I deputati di Grande Sud, in questo caso, in attesa di avere questi risultati, intanto annunciano un voto di astensione sul provvedimento.

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Mag 17 2012

DDL COMMISSIONI BANCARIE: MISITI (GRANDE SUD) “INVESTIRE AL SUD PER SVILUPPO

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(9Colonne) Roma, 17 mag – “L’Italia potrà uscire dal tunnel della recessione se il Governo e il Parlamento avvieranno in tempi molto ristretti una politica che favorisca lo sviluppo economico attraverso provvedimenti finalizzati alla rinascita del Mezzogiorno”. Così il capogruppo di Grande Sud alla Camera dei deputati Aurelio Misiti, intervenendo nell’Aula di Montecitorio al dibattito sul ddl relativo alle commissioni bancarie.
“Le conseguenze negative sull’occupazione nel Sud – ha ricordato l’esponente del movimento arancione – sono dovute sia alla crisi economica ma anche alle leggi varate per contrastarla. I dati parlano chiaro: riduzione della già striminzita occupazione del Mezzogiorno di oltre 3 punti rispetto a un Nord che ha perso soltanto 1,2%, mentre la disoccupazione giovanile meridionale è cresciuta in un quadriennio di almeno otto punti superando la percentuale record del 40%. Invertire questa tendenza – ha continuato – non è interesse esclusivo dei cittadini meridionali ma è interesse di tutti gli italiani se è vero che il Mezzogiorno è tutt’ora indispensabile mercato dei prodotti dell’industria, dell’artigianato e in molti casi della stessa agricoltura specializzata della pianura padana”.
Per Misiti “far aumentare le possibilità di spesa ai cittadini meridionali sarà la leva per far crescere il Centro-Nord e il Sud medesimo. Tutto questo suggerisce in primo luogo una decisa azione di contrasto alla criminalità organizzata che va perseguita rafforzando gli strumenti fondamentali dello Stato operanti al Sud e cioè non chiusura di Tribunali né di caserme ma raddoppio di queste risorse, riducendoli in altri territori meno colpiti dalla malavita. Il Governo – ha sottolineato il capogruppo di Grande Sud alla Camera dei deputati – dovrà attuare una nuova politica delle infrastrutture e del lavoro al fine di attrarre investimenti privati, evitando così, non solo l’emigrazione dei giovani verso il Nord Europa ma anche quella delle imprese verso i Paesi dell’Est Europeo, dove il costo del lavoro e i “lacci” burocratici risultano estremamente più favorevoli”.
(red) 171623 MAG 12

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Mag 17 2012

DIBATTITO ALLA CAMERA SU DDL COMMISSIONI BANCARIE, INTERVENTO DELL’ON. MISITI

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Signor Presidente, signori del Governo, questa ennesima fiducia che Grande Sud compatto ha votato ieri cade in un momento di gravissima crisi economica europea e internazionale.
La lunga fila dei nostri fratelli greci, mostrata dalla televisione, davanti agli sportelli bancari per ritirare i propri risparmi in euro, ricorda quelle file sterminate davanti alle banche americane del 1929-1930 per ritirare i dollari depositati, che ad un certo punto non si trovavano più. L’appello del Presidente spagnolo, che annuncia rischi per il finanziamento del debito, è un altro sintomo che mette i brividi. Leggi Tutto »

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Mag 15 2012

Intervento in Aula dell’On. Misiti sul finanziamento pubblico ai partiti

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PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Misiti. Ne ha facoltà per nove minuti.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, l’iniziativa legislativa con  unificato delle proposte di legge sul finanziamento pubblico dei partiti, sebbene nata da insistenti attacchi esterni al mondo politico, è pur sempre un segno che il Parlamento è, in qualche modo, lo specchio del nostro Paese.
In Parlamento vi è chi critica il dimezzamento dei contributi e chi, invece, ritiene che bisognerebbe abrogare completamente il finanziamento pubblico. Noi della componente Grande Sud-PPA, del gruppo Misto, che insieme alla Lega Nord Padania, abbiamo chiesto al Parlamento di rinunciare a discutere un testo, quasi blindato in I Commissione in sede legislativa, senza un ampio dibattito in Aula, siamo del parere che, allo stato, ci sia ancora bisogno di un contributo pubblico alla politica, per evitare che questa sia riservata soltanto a pochi gruppi di cittadini benestanti, con una netta discriminazione degli strati più poveri dei cittadini italiani. Nello stesso tempo, non dobbiamo trascurare che il testo che abbiamo di fronte affronta anche il tema del contributo privato, sia degli iscritti ai partiti, sia dei sostenitori esterni. D’altra parte, in grandi Paesi come la Germania, la Francia o la Spagna, i partiti vengono finanziati dallo Stato in misura molto vicina a quella che riguarda i nostri. Si tratta, però, di stabilire, anche in Italia, un sistema di verifiche serie che impedisca comportamenti truffaldini di singoli personaggi che si definiscono dirigenti di partito.
L’accelerazione data nel calendario parlamentare all’argomento è dovuta, principalmente, agli episodi di malcostume di alcuni tesorieri degli stessi partiti presenti in Parlamento, e anche di partiti che non esistono più.
Riteniamo inoltre che l’Italia, anche in questo caso, non abbia bisogno di istituire nuovi strumenti di verifica e di controllo. Questi strumenti ci sono, sono sufficienti e lavorano senza bisogno di ulteriori spese. Non ci hanno, infatti, persuaso le ragioni per cui si è prevista l’istituzione di una commissione formata poi, nella struttura fondamentale, dalla stessa Corte dei Conti. Non capiamo qual sia la ragione di questo, e la giustificazione che è stata addotta, ossia che vi sono contributi privati, per cui bisogna prevedere anche un delegato della Corte di Cassazione o del Consiglio di Stato, non ci convince. Riteniamo che la Corte dei conti sia un istituto, magari con una sezione specifica, che può benissimo verificare la trasparenza dei contributi pubblici e privati, nell’esercizio del suo diritto-dovere di controllarne la gestione.
Vorremmo inoltre che si innovasse la materia tenendo conto anche della crisi economica dell’Eurozona e della necessità di ridurre gli sprechi in tutti settori vitali dello Stato, compreso quello della politica.
Il dibattito nel Paese ci dovrebbe indurre a scrivere norme chiare sulla definizione di partito. Per esempio, nel sistema di finanziamento pubblico tedesco, sta al primo posto, proprio in testa, la definizione di partito politico, evitando ogni riferimento ai movimenti. Non ho capito perché bisogna finanziare i partiti ed i movimenti politici. Spesso questi movimenti sono fantasmi, che oggi ancora incassano somme non dovute, anche quando non esistono.
Le organizzazioni che hanno eletti nel Parlamento italiano o europeo o nei consigli regionali si possono definire soltanto partiti, con statuti e regolamenti che rispettano la lettera e lo spirito dell’articolo 49 della Costituzione repubblicana, che si intende normare per legge a partire dal giorno 24 di questo mese.
Anche la giustificazione della trattazione di questi due argomenti in leggi diverse ci sembra non convincente. Nemmeno la citazione che ha fatto il collega Zaccaria ci convince con il testo portato a giustificazione di questa separazione, che è quello di Costantino Mortati, il quale, come ben ricordava l’onorevole Tassone, su questo punto ha subito proprio la sconfitta democratica all’interno in quest’Aula.
Oggi in Italia vi è la necessità di stabilire con chiarezza la definizione dei compiti dei partiti, nonché di regolamentare gli ordinamenti interni degli stessi attraverso statuti e programmi. Tale disciplina, prevista per legge, difficilmente può essere disgiunta dalla materia del finanziamento pubblico, di cui devono essere stabiliti i principi ed entità per agire con determinazione e porre fine agli scandali, che aggravano la diffidenza dei cittadini verso la politica e le istituzioni. Questa è la cosa più importante.
I partiti devono essere obbligati a fornire una pubblica rendicontazione circa l’utilizzo dei fondi, che sono affluiti nelle loro casse o tesorerie. In definitiva, quindi, il provvedimento anche se presenta qualche anomalia da correggere con gli emendamenti in Aula, costituisce pur sempre un passo avanti verso un sistema che ormai è già stato sperimentato in altri Paesi con buoni risultati

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Apr 23 2012

INFRASTRUTTURE: MISITI, AVVIARE PIANO PICCOLE OPERE SUD

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(ANSA) – ROMA, 23 APR – ‘E’ encomiabile il tentativo del ministro Passera di comunicare al Paese che il governo dei tecnici non si occupa solo di tagli, rigore e tasse come l’IMU, ma anche di sviluppo economico. C’e’ da augurarsi pero’ che le cifre destinate alle infrastrutture, cioe’ circa 70 miliardi, vengano rapidamente destinate a progetti cantierabili nell’immediato, soprattutto nei territori meridionali dove, come e’ noto, le ferrovie e le autostrade attuali non sono affatto idonee a svolgere un ruolo attivo nel sistema economico europeo’. Cosi’ il capogruppo di Grande Sud alla Camera dei deputati, Aurelio Misiti. Leggi Tutto »

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Apr 18 2012

PARTITI: MISITI, TESTO IN AULA PER VERO DIBATTITO

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(ANSA) – ROMA, 18 APR – ‘Restituendo la parola all’Aula di Montecitorio abbiamo evitato l’accusa che l’opinione pubblica ci avrebbe mosso di volere strozzare il dibattito sui rimborsi elettorali, limitandolo a un gruppo ristretto di parlamentari.
E’ bene che certi argomenti vengano affrontati alla luce del sole’. Lo afferma il capogruppo di Grande Sud alla Camera dei deputati Aurelio Misiti, spiegando la decisione dei parlamentari del movimento arancione di firmare contro l’esame in sede legislativa del provvedimento sulla trasparenza dei bilanci dei partiti.
‘Il messaggio – aggiunge Misiti – e’ chiaro: la politica non deve nascondersi, anche di fronte all’urgenza e alla necessita’ di riformare il sistema del finanziamento dei partiti, ma pretendere di essere sempre verificata come una qualsiasi ‘societa’ pubblica”. (ANSA).

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